Il fenomeno artistico/culturale che ha maggiormente caratterizzato il Settecento e i primi anni del XIX secolo, è stato senza dubbio l’orientamento verso il recupero delle opere antiche, poiché considerate dagli intellettuali del tempo una fondamentale fonte di ispirazione.

[oblo_image id=”1″]I circa 150 capolavori ospitati ai Musei Capitolini, rappresentano appunto la tendenza a riprodurre in diversi materiali (marmo, terracotta, bronzo, porcellana) alcune tipiche stilizzazioni riscontrate nelle collezioni archeologiche romane, venute alla luce grazie agli scavi di Ercolano (1738) e di Pompei (1748). Tali rinvenimenti riuscirono a cambiare velocemente la morfologia delle arti decorative europee, soprattutto in seguito alla pubblicazione degli otto volumi delle Antichità di Ercolano esposte (1757), a cura della Reale Accademia Ercolanense (in mostra è presente il Tomo VII, in una edizione successiva divulgata dalla Regia Stamperia di Napoli).

[oblo_image id=”6″]D’altra parte, la corte napoletana di Carlo di Borbone (promotore delle ricerche archeologiche) tentò di mantenere il più stretto riserbo sulle scoperte, fermando in un primo momento la diffusione di tale collana e suscitando così non poche critiche. Essa comunque non ebbe mai il potere di controllare i tanti grand tourist, nobili, artisti o semplici avventurieri che venivano a visitare le rovine per copiare, studiare, restaurare e addirittura vendere i preziosi reperti, con la conseguente dispersione delle raccolte anche all’estero.

[oblo_image id=”3″]Un noto personaggio, che ha contribuito con le sue mediazioni a promulgare la passione per le antichità e le proprie immagini in tutta Europa, è Gavin Hamilton: a lui si deve, per esempio, la vendita alla duchessa di Portland di uno splendido vaso appartenuto alla famiglia Barberini, in vetro blu cobalto e con una decorazione bianca a rilievo, rappresentante il mito di Peleo e Teti. Di esso furono eseguite diverse copie, una delle quali è esposta in questa occasione (manifattura Wedgwood).

Un’altra produzione straniera, permeata da motivi classicheggianti e da imitazioni di medaglie e cammei antichi a scopo commemorativo, è quella di Sevres, il cui direttore Alexandre Brongniart fu pure l’autore di Voyage dans la Basse et Haute Egypte (1802). Il saggio colpì l’immaginario della nazione, al punto che elementi figurativi egiziani cominciarono ad essere riprodotti su soprammobili e accessori (es. Servizio da scrivania egizio, 1802).

La stessa pittura celebrativa a cammeo si ritrova nella manifattura di Nymphenburg che, su intervento dell’architetto Friedrich Von Gaertner, passò da un tramontato stile rococò a un impeccabile neoclassicismo. Fra le creazioni più famose di questa eminente personalità, si ricorda il vaso ornamentale con duplice ritratto del principe ereditario Federico Guglielmo IV e della principessa Elisabetta di Baviera (1822-1823), realizzato appositamente come dono per le loro nozze.

[oblo_image id=”5″]Ritornando entro i nostri confini nazionali, un apprezzato incisore, antiquario e ceramista del periodo fu il veneto Giovanni Trevisan detto Volpato, giunto a Roma nel 1771. La sua bottega, nei pressi della chiesa di Santa Pudenziana, era specializzata nella riproduzione di stampe e di copie di capolavori in piccole dimensioni, oltre alla fabbricazione di modelli su richiesta. Le sculture erano realizzate con il biscuit, ovvero una porcellana non verniciata e simile al marmo: una scelta che rispecchiava alla perfezione le teorie di Winckelmann, fautore dell’abbacinante candore della statuaria antica. È interamente in tale materiale la parte del dessert (un insieme che decorava le tavole nella fase finale dei pranzi formali) Apollo e le nove Muse, composto da dieci statuine delle singole divinità. Il ritratto di Pio VI (1786-1798), invece, richiama i monumenti ai grandi uomini messi in atto dagli scultori parigini e poi tradotti in biscuit dalla manifattura di Sevres: il Papa è appoggiato a un’erma delle collezioni vaticane, mentre l’iscrizione in latino sullo zoccolo vuole sottolineare l’attenzione del personaggio verso la politica e la gloria delle belle arti.

[oblo_image id=”2″]La Real Fabbrica di Napoli è l’unica che può essere paragonata, a causa di qualche affinità nell’adozione del biscuit, all’attività di Volpato. Il proprio capo modellatore, Filippo Tagliolini, riprodusse molte versioni originali particolarmente amate, ispirandosi ma senza seguire pedissequamente un preciso prototipo classico. Spesso, infatti, era solito arricchire le sue opere con nuove varianti e rappresentazioni. Il Gruppo di Iside (1790), Niobe con figlia (1790-1800), Agrippina (1780-1785) e quasi tutti gli altri esemplari non sono contraddistinti da marchi e nemmeno firmati, in quanto ciò non rientrava nelle abitudini di una fabbrica di porcellana del XVIII secolo, il cui lavoro era sempre collettivo.

Sono al contrario in vera porcellana bianca La Pudicizia (1750-1760), Venere dei Medici (1755-1760), Musa con la tibia (1760) e La Giocatrice (1804-1815), ideati dalla manifattura di Carlo Ginori a Doccia, nei pressi di Firenze. Molti modelli in questo caso vennero trasposti da bronzi già esistenti, mentre i piatti in porcellana policroma sono di autentica produzione.

Ai grandi nomi sopraccitati, si aggiungono infine quelli di Francesco e Luigi Righetti (celebri per i loro bronzi patinati e dorati, come il Carro di Apollo del 1812) e dell’abile disegnatore Giuseppe Boschi (Vasi decorati con baccanti, Coppia di candelieri, 1805). Seppur talvolta di elevata qualità, le loro opere sono state meno considerate dalla critica, forse poichè hanno qualcosa di industriale che tradisce il tipo di fabbricazione artigianale e spesso in serie.

Per approfondimenti più dettagliati, si rimanda al catalogo pubblicato da Silvana Editoriale inerente a questa mostra.

Sede: Roma, Musei Capitolini (Piazza del Campidoglio), Palazzo Caffarelli
Periodo: 7 Marzo 2008 – 6 Luglio 2008.
Orari: dal martedì alla domenica ore 9.00 – 20.00, chiuso il lunedì
Informazioni: tel.060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 22.30),
www.museicapitolini.org; www.zetema.it.

Advertisement