[oblo_image id=”1″] Se ti chiami Baggio ma di nome non fai Roberto, se sei stato un protagonista con la nazionale ma nessuno ha mai pensato di darti il Pallone d’Oro, allora per conquistarti spazio sei obbligato ad essere anticonformista. Dino Baggio ha sempre saputo quale fosse il suo destino ed è rimasto fedele al suo personaggio. Così dopo una carriera di grande livello, ha deciso di rimettersi in gioco riprendendo l’attività agonistica dopo oltre due anni di stop. A trentasei anni suonati, il centrocampista ha voluto ricominciare da capo, partendo dalla categoria calcistica più bassa. La sua nuova squadra è il Tombolo, compagine amatoriale che milita nella terza categoria veneta. Ad indurlo al rientro la presenza in panchina di Cesare Crivellaro, il suo primo tecnico giovanile. Una scelta senz’altro fuori dai canoni, ma in linea con il suo passato. Pilastro della Juve dopo essere cresciuto nelle giovanili granata, ha vestito la maglia di tante grandi del nostro calcio come Inter, Lazio e Parma. Poi una breve esperienza in Inghilterra con il Blackburn prima di salutare il mondo del pallone. Ora possiamo dire che non si trattava di un addio ma di un semplice arrivederci: troppo forte il richiamo del campo, seppur su palcoscenici meno prestigiosi. Ma che dimostra come al di là di soldi e fama, i calciatori possano essere animati da autentica passione. Così anche se il match d’esordio del suo Tombolo contro il Campodoro si è concluso con una sconfitta per 1-0, siamo certi che Dino Baggio avrà molto da insegnare ai suoi nuovi compagni. Non solo dando consigli tecnici, ma anche mostrando in prima persona come non sia mai troppo tardi per inseguire i propri sogni.