[oblo_image id=”2″] Ce l’ha fatta. Finalmente ce l’ha fatta. Dopo più di un mese di trattative con il pilota e di battaglie con altre scuderie, Flavio Briatore è riuscito a riportare a casa il figliol prodigo. Ma prima bisognava attendere il verdetto sulla Spy Story per almeno due motivi: perché una scuderia penalizzata in partenza poteva essere poco appetibile ad un pilota atteso da una stagione di riscatto; perché una scuderia penalizzata non è sostenuta dagli sponsor allo stesso modo di una scuderia normale. Insomma, pur non sapendo ancora quanto guadagni esattamente lo spagnolo, di certo gli sponsor di soldi ce ne hanno messi e ce ne metteranno per questa operazione. In Inghilterra parlano di un contratto triennale da 100 milioni di euro. In Spagna dicono due anni con opzione per il terzo a 35 milioni a campionato. In Italia invece, è arrivata voce, così come in Spagna, di un biennale con opzione per il terzo anno, ma le cifre sono poco chiare: non i 35 milioni spagnoli, ma non siamo nemmeno sotto i 30. Insomma, nella classifica dei piloti più pagati di tutti i tempi, Alonso dovrebbe piazzarsi alle spalle del più grande (ma ora ritirato) Michael Schumacher (40 i milioni di euro annui da lui guadagnati negli ultimi anni in Ferrari), ma davanti a Kimi Raikkonen, finora il pilota più pagato in attività (30 milioni l’anno).

Ad ogni modo, chi ne esce vittorioso da questo matrimonio, è proprio il pilota spagnolo. E sì, ha vinto lui. Proprio in tutto. È riuscito a svincolarsi gratis dalla McLaren; va nell’unica squadra che avrebbe accettato in alternativa alla Ferrari (dove probabilmente finirà fra il 2009 e il 2010); intascherà una barca di soldi e, oltre al ruolo di primo pilota assoluto, potrà anche liberarsi a fine 2008 dalla Renault stessa, se le prestazioni della macchina fossero talmente negative da risultare quasi offensive per il pilota. A queste condizioni, ha ovviamente anche potuto rinunciare ad un altro paletto che probabilmente si era posto per il suo futuro: non avere al suo fianco un pilota ragazzino e professionalmente legato al capo della squadra. Il perfetto identikit cioè, oltre che di Hamilton, anche di Nelsinho Piquet, suo prossimo compagno. Ma il figlio d’arte brasiliano sembra aver accettato pubblicamente il ruolo che lo attende e sembra quasi che abbia voluto rassicurare il pilota asturiano con queste dichiarazioni: “È meraviglioso. Debutto al fianco di uno dei migliori piloti al mondo. Me lo sono guadagnato con le mie prestazioni da collaudatore e ne sono fiero, ma sono pur sempre una matricola e non c’è modo migliore di cominciare che avere come punto di riferimento uno che ha conquistato due titoli mondiali”. Insomma, pensiamo che l’anno prossimo Alonso avrà vita facile; almeno con il suo compagno di squadra.

Non sappiamo perché Alonso abbia scelto di tornare alle origini. Forse per soldi, forse per le incredibili garanzie concesse dalla casa francese, o forse, come dice lui, per riconoscenza: “Sono molto felice di tornare in Renault. È con questa squadra che sono cresciuto come pilota in F. 1, e con la quale ho vinto due titoli iridati”. Fatto sta che, con questo gesto, entrerà nella storia. Vediamo perché.

[oblo_image id=”1″]Se nel calcio, così come in altri sport, molti atleti ritornano spesso in squadre in cui sono già state, in Formula 1, questa, non è mai stata una pratica molto diffusa, semmai un evento raro. Certo, non è la prima volta che succede, ma prima di Alonso, si contano soltanto tre precedenti, di cui solo uno positivo.
Alberto Ascari, l’unico italiano iridato al volante di una Rossa, dopo le due stagioni trionfali nel 1952 e 1953, torna in Ferrari per un solo GP, quello d’Italia, nel 1954 dove si ritira al 48° giro per rottura del motore.

[oblo_image id=”4″]Molto più felice invece, il ritorno alla casa madre di Juan Manuel Fangio.
Nel 1954 il pilota argentino, passa alla Mercedes dopo soli due GP con la Maserati. Tornerà in Italia tre anni dopo, nel 1957, conquistando il suo quinto titolo mondiale e chiudendo così in bellezza la sua straordinaria carriera (sarà poi superato solo da Schumacher per numero di mondiali vinti, ma ben cinquant’anni dopo!).

[oblo_image id=”3″] Ancora sfortunato invece, il terzo ed ultimo (fino ad Alonso) grande ritorno. Dopo aver conquistato il suo unico mondiale al volante della Williams nel 1992, Nigel Mansell si ritira dalla Formula 1 per passare al campionato CART. Dopo un solo anno però, nel 1994 quindi, complice la tragica morte di Senna, Nigel viene richiamato in Formula 1 dalla stessa Williams, con la quale disputerà gli ultimi 5 GP della stagione riuscendone a vincere soltanto uno, quello di chiusura in Australia, prima di separarsi definitivamente dalla scuderia britannica.

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