Quando volo penso al Toro
Quando volo penso al Toro

Quando volo penso al Toro ” è lo striscione apparso tra i tifosi juventini durante il derby della Mole deciso dal gol di Tevez. L’ennesima conferma di come si possa essere imbecilli senza rendersene conto. Sgombriamo subito il campo: chi gradisce le giustificazioni del tipo “non sono gli unici”, “non è il primo striscione di cattivo gusto”, “allo stadio si sa che certe cose succedono”, può tranquillamente risparmiarsi la fatica di leggere il resto dell’articolo. Il fatto che lo striscione abbia precendenti e , ahime, avrà successori analoghi è un’aggravante: le colpe si sommano, non si elidono. Così come è ancora più indigesto pensare che sia una scritta “premeditata”. Uno striscione va immaginato, preparato, realizzato, portato allo stadio. Non sono parole figlie di un momento di imbecillità, ma una serie di azioni nel tempo che hanno l’imbecillità come filo conduttore. La beffa è che chi l’ha preparato, probabilmente si è sentito anche un umorista baciato dall’ispirazione e dal sarcasmo di un Woody Allen in forma smagliante. Non ha usato parolacce, ma ha giocato con un’allusione convinto di ostentare sapienza.

Non è il primo caso di becero riferimento a Superga e fa ancora più male che sia arrivato a stretto giro di posta da un’iniziativa coraggiosa e lodevole che andava esattamente in senso contrario. Il Museo del Grande Torino e della Memoria granata ha ospitato la mostra Settanta angeli in un unico cielo : Heysel e Superga tragedie sorelle ( http://www.oblo.it/016290_settanta-angeli-in-un-unico-cielo ) con l’intento di far capire come il naturale scontro tra le due fazioni della città non potesse e dovesse mai oltrepassare il confine minimo dato dal rispetto per due drammi avvertiti con immutata forza. In quella mostra , c’è anche la volontà di ricordare a tutti che in quelle sventure si sono persi uomini che al di là dell’essere campioni unico o semplici tifosi erano anche padri, figli, fratelli e amici dei loro cari.

Non soltanto è inaccettabile oltraggiare una disgrazia umana, a volte però l’imbecillità si mette d’impegno per emergere. Quel quando volo penso al Toro non può essere accettato impunemente dicendo che in passato ci sono stati richiami vergognosi ai morti dell’Heysel: al massimo i facitori di simili sconcezze possono sentirsi abbracciati nella loro inciviltà. E’ davvero incredibile che un tifoso che potrebbe limitarsi a godere per i successi della propria squadra e che avrebbe mille modi per schernire i “cugini” con motivi prettamente calcistici (il resoconto degli ultimi derby, le  sfortune calcistiche del Toro degli ultimi anni, la porta bianconera rigorosamente sigillata da un’eternità nelle stracittadine), debba sforzarsi per trovare una battuta che profana una leggenda che è stata l’orgoglio dell’Italia intera nel dopoguerra.

E fa male leggere da parte di alcuni tifosi del Toro le lamentele nei confronti di chi tra i granata aveva appoggiato e favorito l’iniziativa della mostra che accostasse Superga e Heysel. In realtà, chi ha promosso quella mostra, non ha fatto che omaggiare i propri eroi con una scelta coraggiosa, di cuore e di alto valore. Quando si vuole far bella figura con qualcuno, si indossa il vestito più elegante; quando si vuole celebrare una leggenda a cui si è legati, si mostra il meglio della propria anima. Non è quella mostra a uscire sconfitta da quel quando volo penso al Toro. A uscirne sconfitti sono quelli che si sono creduto furbi scrivendo un’infamia. Ma si sa che credersi simpatici quando non lo si è, appartiene alla sfera dell’imbecillità.

Quando volo penso al Toro : quando lo striscione diventa incivile

 

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