(Adnkronos) – "La miopia, che in Italia colpisce 18 milioni di persone, è una patologia in aumento in tutto il mondo. Prima infanzia, adolescenti e lavoratori videoterminalisti le categorie più a rischio. Fondamentali occhiali e prevenzione". Lo afferma all'Adnkronos Salute Andrea Piantanida, medico chirurgo specialista in Oftalmologia e membro della Società oftalmologica italiana (Soi), in occasione del corso Ecm Fad 'Vista e miopia. La patologia oculare miopica dall'età infantile all'adulto', realizzato con il contributo del partner scientifico Soi e in collaborazione con Fielmann.  La diagnosi di miopia non è semplice, per questo motivo l'esperto consiglia ai genitori di fare attenzione ad alcuni campanelli d'allarme. "Spesso i bambini si devono avvicinare alla lavagna o alla televisione perché non vedono bene – spiega Piantanida, direttore Centro oculistico lariano a Cernobbio (Como) – Un'altra caratteristica della miopia è il riscontro di cefalea frequente in età pediatrica. Inoltre, il bambino strizza gli occhi, ha difficoltà a copiare alla lavagna e di scrivere in maniera corretta".  Fondamentale dal punto di vista terapeutico la classificazione della miopia, avverte Piantanida. "E' possibile – precisa – classificare il difetto visivo in base alla sua entità: miopia lieve, fino a 3 diottrie; miopia intermedia o moderata, da 3 a 6 diottrie; miopia grave o elevata, superiore alle 6 diottrie. A seconda dell'entità della miopia si possono dedurre quali sono i fattori di rischio. Inoltre, conoscere la classificazione della patologia ci consente di agire su determinati gruppi di miopia, mentre ci è impossibile agire su miopie più elevate e gravi, o comunque abbiamo molti meno risultati".  La messa a fuoco per vicino, quindi l'attività continuativa di visione di pc, smartphone e tablet, la carenza di vitamina D e la vita all'interno di spazi chiusi, elenca l'esperto, sono i principali fattori di rischio della miopia.  "La messa a fuoco per vicino – descrive Piantanida – è uno dei fattori che crea l'allungamento dell'occhio, caratteristica dell'occhio miope. Anche la vita al chiuso fa sì che ci sia una riduzione a livello del cervello di alcuni ormoni che vengono prodotti con la stimolazione dei raggi ultravioletti, ormoni che agiscono direttamente sul controllo dell'allungamento dell'occhio, tipico della miopia". Quindi, sicuramente, "una vita all’aria aperta, a contatto con la luce solare, aiuta nella riduzione del rischio della miopia. Non a caso tra i consigli che diamo ai soggetti miopi c'è quello di trascorrere almeno un paio di ore al giorno all'aria aperto per impedire l'eccesso di miopizzazione". Alcuni "studi medici, infatti, hanno evidenziato che ogni ora passata all'aria aperta diminuisce del 2% il rischio di aumento della progressione miopica. Si consiglia una pausa di 10 minuti ogni 2 ore di lavoro per vicino, magari fare una passeggiata". Sicuramente, aggiunge lo specialista, "anche la carenza di alcune sostanze che impediscono l'ossidazione, in particolare la vitamina D, rappresenta un fattore di rischio. Per tale motivo anche la corretta nutrizione ha un ruolo centrale".  La miopia, rimarca Piantanida, può portare anche ad un aumento progressivo dello strabismo, a visioni doppie. "Ci sono forme di miopie che aumentando progressivamente nel corso degli anni, diventando miopie elevate, che causano strabismo verso l'interno e verso il basso, per cui i pazienti che ne sono affetti non riescono più a girare gli occhi e hanno bisogno assolutamente di essere operati. Questo ci dice che la miopizzazione agisce moltissimo anche sulla motilità oculare, quindi è importante la prevenzione". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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