(Adnkronos) – Sembra che molti parlino di parità di genere soltanto in concomitanza dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna. Al contrario, il tema così importante e delicato delle differenze di diritti e trattamento tra uomo e donna nei diversi ambiti di lavoro dovrebbe essere al centro dell’agenda quotidiana di istituzioni pubbliche e private, aziende e opinion maker specie perché ad oggi risulta tutt’altro che risolto. A tale proposito si pensi che tra le 40 aziende italiane quotate in Borsa solo una donna occupa il ruolo di CEO. E se si pensa che per gli anni precedenti nessuna donna occupava tale ruolo, si fa in fretta a comprendere che la parità di genere è assai lontana dall’essere raggiunta. Lo rivela un recente rapporto di Heidrick & Struggles incentrato sull’età, l’esperienza professionale, l’etnia, il genere e l’istruzione per diventare CEO di un’azienda quotata. Se le imprese italiane quotate in Borsa sono così indietro rispetto alla parità di genere nelle posizioni apicali, le cose non vanno meglio in diversi Paesi europei. La Germania, ad esempio, ha una quota minima pari al 3% di donne che ricoprono il ruolo di amministratore delegato. Stessa percentuale registrata per la Spagna. Dati migliori nel Nord Europa: in Svezia tale percentuale raggiunge il 14%, in Danimarca e Norvegia il 13%, in Finlandia il 12%. Percentuali sempre piuttosto basse, ma superiori a diversi grandi Paesi del Vecchio Continente, tra cui segnaliamo anche la Francia (8%) e il Regno Unito (10%). Un altro dato particolarmente significativo riguarda l’età media in cui un Ceo inizia a ricoprire tale ruolo. L’Italia a livello mondiale è in questo senso al tutt’altro che onorevole terzo posto assoluto con un’età media all’insediamento dei Ceo piuttosto elevata, pari a 51,8 anni, dietro solo a Stati Uniti (53,7 anni) e Arabia Saudita (52,1). Analizzando l’età dei Ceo attualmente in carica, nelle aziende italiane la media è ancora più elevata, ovvero 59,7 anni, seconda solo agli USA (60,6 anni). Anche per quanto riguarda il livello di istruzione dei Ceo, le aziende del nostro Paese non si distinguono per una grande preparazione della classe dirigente. Anzi, secondo la ricerca sopra citata, l’Italia è penultima con il 58% dei Ceo che ha conseguito una laurea triennale o equivalente, mentre soltanto il 42% è in possesso di una laurea superiore, di un master o di un dottorato. —sostenibilita/csrwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Parità di genere ancora lontana nelle società quotate in borsa
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