[oblo_image id=”1″]Omaggio a Bertold Brecht al Teatro Arsenale di Milano. Fino al 30 maggio andrà in scena Teste tonde e teste a punta, ovvero ricco e ricco van d’accordo, opera minore e impegnativa del drammaturgo tedesco, per la regia del bravo Claudio Orlandini, tra i protagonisti della pièce.

Spettacolo da vedere, e non solo perché è firmato da un genio del teatro, ma soprattutto per la messinscena e la bravura degli artisti. Sul palco del teatro meneghino anche Carola Boschetti, Cinzia Brogliato, Antonio Bugnano e Laura Laterza, che alla prova in una rappresentazione difficile da portare in scena, rivisitano Brecht in modo moderno e surreale senza mettere in ombra la narrazione e soprattutto la morale.

[oblo_image id=”2″]Colpisce infatti nella pièce come attraverso il grottesco e l’onirico, la scena e quella del circo e i personaggi sembrano evocazioni di pagliacci alla ricerca di un equilibrio tra principio di realtà e compromesso, nonostante si cerchi la giustizia della legge, rimanga ineluttabile l’eterna differenza tra ricco e povero, tra chi ha la testa tonda e chi invece ce l’ha a punta. La sceneggiatura è stata scritta da Brecht, tra il 1931 e il 1934, durante l’ascesa al potere di Hitler in Germania, contemporanea al trasferimento del drammaturgo in America. Spiega infatti lo scrittore tedesco: “Gli attori entrano e prendono parte alla commedia, che a poco a poco declina in farsa senza soluzione alcuna. Gli attori sono uomini, uomini come noi, divergono tra loro in differenze che altrove potremmo dire sottili, ma nella farsa che andiamo a raccontare tali scarti si notano. Il paese dove avvengono i fatti è un paese lontano, lasciato dietro l’angolo apposta per non sentirne troppo l’odore di somiglianza, imbarazzante somiglianza con cose che accadono a pochi passi da noi, se non addirittura qui”.

[oblo_image id=”3″]Nota di merito va all’originalità di Claudio Orlandini che ha voluto portare sul palco un’efficace contaminazione di stili recitativi, che partono dalla commedia dell’arte fino al grottesco, in un continuo miscuglio tra recitazione e verità, dove l’attore non evoca semplicemente un personaggio per divertire, e per simulare la realtà, ma comunica un messaggio drammatico. Gli attori infatti entrano ed escono dal centro della scena, interpretando più personaggi, per poi cambiarsi d’abito in un camerino a vista, in penombra, giocando quindi con la finzione e la realtà. Spiega infine il regista: “l’idea di raccontare una storia così poco conosciuta nell’universo di Brecht nasce dal bisogno, o meglio, dall’urgenza di urlare con forza il male della storia, questo può essere così penosamente ripetitivo senza alcun riscatto per coloro che ne portano il peso”.

Com teatro presenta
Teste tonde e teste a punta, ovvero ricco e ricco van d’accordo
Di Bertold Brecht
Fino al 30 maggio
Teatro Arsenale Via Cesare Correnti 11 Milano
Informazioni: www.teatroarsenale.it; www.comteatro.it

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