[oblo_image id=”1″]Al teatro Manzoni di Milano è di scena la napoletaneità, con L’oro di Napoli, dal libro di Giuseppe Marotta, e ispirato dal capolavoro del neorealismo di Vittorio De Sica. Lo spettacolo per la regia di Armando Pugliese, porta sul palco del teatro milanese la bellezza e procacità di Luisa Ranieri, che per l’occasione rispolvera la sua verve partenopea, calandosi nel doppio ruolo di due donne dal carattere e dal destino diverso, ma unite dal vivere e dall’amare la stessa città: Teresa e Sofia.

Se l’obiettivo della pièce era quello di rappresentare un po’ l’anima della vecchia Napoli, quella popolana e appassionata, è stato indubbiamente centrato dal regista che si è avvalso della bravura di attori quali: Gianfelice Imparato, (dal film Gomorra) e Luisa Ranieri appunto, anche se il confronto con la verve e il carisma di un grande maestro quale De Sica è certo difficile da sostenere. C’è da tenere conto che è anche difficile portare a teatro, con il giusto ritmo, la sinossi di due storie parallele. Rappresentazione comunque pulita, classica, lineare, e che è riuscita ad intrattenere il pubblico presente in sala numeroso.

[oblo_image id=”2″]Il regista ha voluto quindi omaggiare l’anima di Napoli, con i vicoli, i cortili, la drammaticità ironica dei racconti e quel rialzarsi comunque nonostante le difficoltà, sottolineando quella teatralità che è così tipica dell’Italia del sud e che forse serve a compensare o ad attutire le vere cadute, senza farsi troppo male. Come è ad esempio, il caso della vicenda di Teresa, prostituta dal cuore d’oro che si ritrova, per caso, sposata ad un perdigiorno di buona famiglia, perché scelta tra tante prostitute, in quanto meno peggio delle altre e per espiare una colpa determinata da una delusione d’amore precedente del futuro marito.

Spettacolo ironico e che forse ha il suo limite e la sua forza nella coralità della narrazione, senza particolari colpi di scena. Ma forse era questo l’intenzione del regista, portare sul palco una fotografia della sua Napoli e di quella di Marotta, senza focalizzare l’attenzione su un dramma in particolare, ma appunto sdrammatizzando il dramma del pathos e lasciando allo spettatore la carezza dell’ilarità e dell’ironia, accentuando quindi la vena umoristica, il modo in cui si affrontano le cose piuttosto che l’ontologia delle stesse.

Lo spettacolo, si avvale poi delle musiche di Nicola Piovani, mentre le scene sono state pensate da Andrea Taddei. Ricordiamo infine la bravura degli attori del cast, che hanno tutti interpretato più ruoli in commedia, quali: Gianni Cannavacciuolo, Antonella Cioli, Giuseppe De Rosa, Loredana Giordano, Renato Giordano, Antonio Milo, Lello Radice, Giovanni Rienzo, Valerio Santoro, Luigi e Davide Santoro.

Informazioni: www.teatromanzoni.it

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