Lorenzo Bandini
Lorenzo Bandini
Lorenzo Bandini , il cortometraggio di Stefano Cravero https://vimeo.com/82407327

Quel che non è digitale ha una sua consistenza fisica. Un fotogramma è impresso su di un negativo trasparente, si può vedere il suo contenuto mettendolo controluce. Esiste. Un fotogramma imprigiona un momento, paralizzandolo forse non per sempre ma sicuramente per un tempo molto, molto lungo.

Era da una decina d’anni che volevo provare a fare qualcosa con quei pochi secondi filmati da mio zio Antonio Lojacono al Gran Premio di Montecarlo del 1967. Periodicamente guardavo e riguardavo quelle immagini, quei pochi fotogrammi su cui, in conseguenza di una serie di fatti assolutamente casuali, è impressa la morte di un uomo. E poi guardavo le altre immagini, ciò che era stato fermato su quei pochi rulli di 8mm nel tempo che precede una morte, la morte di Lorenzo Bandini. Il filmino di una gita, di un’auto che parte da un cortile di Torino con destinazione l’appuntamento più atteso del calendario della Formula 1, quello che tutti gli appassionati di automobilismo devono vedere dal vero almeno una volta nella vita. C’è una strada tutta a curve, chissà quale passo tra Italia e Francia. Ci sono automobili, biciclette e camion che passano ad un incrocio come fantasmi di un’epoca antichissima. C’è un tramonto sul mare, o su un lago. E poi c’è il Gran Premio.

Qualunque cosa cercassi di fare mi metteva di fronte ad una serie infinita di problemi di natura etica, e così più di una volta ho incominciato a lavorare per poi abbandonare il progetto.

Fino a che non mi sono deciso a guardare davvero quel materiale, senza cercare di trasformarlo in qualcosa ma semplicemente cercando di capire che cosa mi comunicava.

Guardando quel che mio zio aveva filmato durante quel fine settimana, ho avuto l’impressione che quella piccola cinepresa portatile avesse messo insieme in pochi minuti tante sensazioni diverse: la morte di Bandini era come un ultimo, triste, inevitabile atto di una breve, velocissima tragedia incominciata con quel viaggio da Torino così felice e ricco di aspettative, il viaggio di due giovani le cui vite si sono incrociate con quella del pilota per un attimo, per sempre. Ma i fatti di quel fine settimana rappresentano anche la tragedia molto contemporanea dell’uomo che incarnava le attese di un mondo  pazzo e competitivo (Enzo Ferrari in persona aveva assunto Bandini vedendo in lui un corridore promettente), ma che non passò mai alla storia come un vincitore. Se davvero c’è una ragione perché le persone famose debbano morire giovani e in modo violento, e quella ragione è l’entrare in una mitologia più o meno eterna, allora la morte di Bandini è la tragedia delle tragedie: morì come Ayrton Senna, come Elvis Presley, come James Dean. Ma morì quando ancora non aveva raggiunto quel che serve per diventare immortali secondo la società dello spettacolo. La sua piccola immortalità vive soltanto in una scatola di legno piena dei filmini girati da mio zio alla fine degli anni Sessanta, prima che tutto diventasse una combinazione di uno e di zero, una materia esistente ma intangibile. La morte di Bandini si può prendere in mano, si può toccare e guardare infinite volte. Il che, ovviamente, non la rende più sensata.

E così ho deciso di presentare il materiale che avevo a disposizione nel modo più corretto possibile: mettendolo in fila, in ordine cronologico, per costruire un racconto breve suddiviso negli atti di una tragedia classica che, in quanto tale, non può che apparire inconcepibile nella sua presunta predestinazione.

Nonostante io sia riuscito, dopo tanto tempo, a dare una forma a questi pochi minuti di realtà, non posso escludere di tornare in futuro a lavorare ancora una volta su queste immagini, il cui mistero continua, come tutto ciò che non riusciamo a spiegare fino in fondo, ad attirarmi e farmi paura.

Lorenzo Bandini il cortometraggio https://vimeo.com/82407327
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