
La legge del Kanun è il più antico codice consuetudinario vigente nelle montagne dell’Albania. Consuetudinario perchè si tramanda di generazione in generazione nella convinzione che mantenga un ordine sociale anche se presenta criteri assolutamente inaccettabili ad altre latitudini. E’ collegato alla figura di Leke Dukagjini , leggendario condottiero albanese del Medio Evo e regola ogni aspetto della vita di chi lo accoglie. La legge del Kanun determina il sistema patriarcale, ha nei suoi cardini il senso dell’onore (anche se i parametri possono apparire sconcertanti), la parola data ovvero la besa come promessa da mantenere a costo della propria stessa vita. Forse l’aspetto più drammatico è quello legato alla vendetta, considerata non soltanto tollerabile ma persino necessario. E’ ciò che avviene in caso di omicidio: la famiglia del vittimo ha il diritto/dovere di uccidere un parente della famiglia dell’assassino. Uniche condizioni da rispettare sono la scelta di un consanguineo maschio e l’obbligo di perpetrare la vendetta al di fuori dell’abitazione. Una strana forma di legge del taglione talmente radicata che persino coloro che sono costretti a vivere barricati in casa, sembrano rispettare le regole del gioco. Chi sa che un proprio parente è stato colpevole di un reato di sangue, è condannato a trasformare la propria abitazione in una prigione. Uscire equivale a morire e non è neppure valida l’idea di cercare la fuga in un posto lontano perchè la sete di vendetta non conosce confini. In un servizio recentemente riproposto da Le Iene, Matteo Viviani ha raccontato la storia di una famiglia costretta a questo isolamento senza limiti di tempo: urlano la loro innocenza e il loro disagio ma non provano risentimento nei confronti di coloro che ne hanno promesso la morte appena varcheranno la soglia di casa. La legge del Kanun è stata trattata anche in un suggestivo libro di Ismail Kudare, Aprile spezzato
La Legge del Kanun , un codice consuetudinario di un’altra epoca che sembra sconfinare le leggi della modernità