Un derby, cinque sportivi, una canzone: questi gli elementi comuni nell’ambito di una comune gara calcistica. Un ingrediente in più: il ricordo di persone scomparse.

[oblo_image id=”2″]“Ragazzi fuori” è il titolo del brano cantato e inciso dall’attaccante del Palermo Amauri e il centrocampista del Catania Colucci, accompagnati dai colleghi Delvecchio, Lucarelli e Galante, uniti nell’associazione culturale senza fini di lucro “La vita dentro”, nata nel 2003 dall’iniziativa di un gruppo di persone impegnate nei più svariati campi professionali (impiegati, medici, studenti, ingegneri, pensionati, casalinghe, architetti, etc.) chiamati a rappresentare uno degli aspetti fondamentali della vita: la vita, dentro.

L’idea è stata portata avanti dal presidente dell’associazione Sergio Basile, “un medico che da 30 anni si occupa della nascita e talvolta, come le leggi della natura impongono, del suo opposto”, come lui stesso si definisce nella lettera pubblicata all’interno del sito dell’associazione e ha come scopo quello di farsi portavoce di un messaggio di pace all’interno dell’universo calcistico.

[oblo_image id=”1″]Il progetto avente inizialmente lo scopo di offrire il sostegno alla realizzazione di una culla a cinetica variabile per prematuri, ha recentemente ricevuto un ulteriore obiettivo da perseguire: connotare positivamente un mondo, quello calcistico, che in questi ultimi tempi è spesso presente all’interno delle testate giornalistiche soprattutto per episodi di violenza negli articoli di cronaca nera.

La canzone comincia rievocando i tristi episodi di Catania del 2 febbraio in cui rimase vittima degli scontri tra polizia e tifosi l’ispettore Filippo Raciti: “L’aria pesante, il cielo è grigio come il piombo, ragazzi fuori, poliziotti con l’idrante, voci che gridano, rimbalzano vicino, quello che vedi è solo un brutto film […]”, e continua con un coro che canta “Dentro te la rabbia devi cancellare, altrimenti chi ha perso sei tu, quel giorno a Catania non c’era neanche il sole e chi il calcio lo ama ha provato dolore […] La vita è preziosa, difendila, proteggila sempre […]”: un’esortazione rivolta al mondo del calcio, ma non solo, alla vita dentro, a partire da forti immagini di morte scolpite anch’esse dentro ognuno di noi.