[oblo_image id=”3″]Paolo Sorrentino è un regista mai banale; le storie che racconta hanno sempre qualcosa di nuovo, di originale, a volte sono insolite e contro corrente. E’ uno che piace a chi ama il cinema “impegnato”, ma non quello snobistico di certi autori che stentano a farsi capire dai più, piuttosto quello che non racconta le solite favolette di una Italia radical chic, che tanto di moda va ultimamente nel cinema nostrano. Alcuni lo paragonano a Rosi, altri a Petri, ma lui non si sbilancia, e si limita ad affermare che lui fa il suo lavoro e nulla vuole togliere a questi due grandi autori.

Sorrentino è a Cannes con Il Divo, il suo ultimo lavoro, che uscirà nei cinema italiani il 28 maggio, dopo aver rappresentato l’Italia al Festival del Cinema di Cannes. “Il Divo” è ispirato alla vita del senatore Giulio Andreotti, l’uomo politico che meglio rappresenta il potere in Italia, anzi ne è l’emblema stesso, visto che è l’unico ad essere rimasto sulla scena pubblica per oltre 60 anni. Pochi possono vantare un film sulla propria vita, quasi nessuno ci è riuscito da vivo.

Questa è un’altra delle mosse messe a segno da Giulio Andreotti. Il bravo regista napoletano Paolo Sorrentino, mostra un coraggio insolito per un regista che ha girato finora tre soli film. Dopo “L’uomo in più”, “Le conseguenze dell’amore”, e “L’amico di famiglia” tenta la via del cinema-politico e narra una fetta di storia italiana prendendo spunto dalla vita del senatore, e raccontando l’Italia dalla fine della Prima Repubblica fino all’inizio del processo per mafia contro l’ex premier.

Sono anni di stragi, omicidi, compromessi, congiure, ma tutto sembra scivolare addosso ad Andreotti, quasi senza lasciare traccia. Il volto di Andreotti sugli schermi è quello di un grande attore italiano, Toni Servillo, divenuto una sorta di attore feticcio per Sorrentino. Servillo, ha già dichiarato che non ha tentato di scimmiottare Andreotti, e nemmeno di assomigliargli fisicamente, avrà il suo volto intatto, senza trucchi, perché l’operazione non è quella di farne un sosia, ma quella di rendere sullo schermo la particolarissima personalità del senatore, il suo proverbiale cinismo. Il senatore ha già visto il film e l’ha definito: una mascalzonata! Non mancheranno dunque le polemiche, soprattutto quelle relative alle insinuazioni circa le responsabilità, più che ipotetiche, dello statista rispetto ad una serie di storie nere di questo nostro Paese, molte delle quali rimaste ancora oscure.

Le indiscrezioni sul film sono poche, ma si parla tanto di una scena in cui scorrono le immagini di un cimitero, e il Toni Servillo-Andreotti recita i nomi dei tanti uccisi in quegli anni, abbandonandosi ad una confessione drammatica: I morti? Tutte bombe disinnescate prima che parlassero. C’è chi pensa che la verità sia una cosa giusta e invece è la fine del mondo. Bisogna conquistare il potere per fare il male ma per poi realizzare il bene comune. Dio questo lo sa, e io anche. Di Andreotti Sorrentino ha detto:il fascino di quest’uomo risiede nella sua capacità di rimanere enigmatico, ed apparentemente immobile. Di apparire insensibile ed uguale a se stesso di fronte a tutto, anche quando la mafia decide di dichiarargli guerra. Lui rimane uno che non si fa scalfire dagli eventi, rimane indecifrabile, è un muro che nessuno riesce a sfondare, la cui complessità psicologica non può non essere affascinante.

Tanto, aggiungiamo noi, da farne un film.

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