[oblo_image id=”1″] La mostra itinerante “il cane a sei zampe:Un simbolo tra memoria e futuro”  dedicata alla storia di Eni e del suo marchio, dalle origini fino al piu’ recente restyling, dopo le tappe di Roma, Ravenna, Stresa , Mantova, Venezia, Cortemaggiore, Firenze e Milano, arriva anche a Torino per l’occasione capitale delle celebrazioni per i 150 anni di unita’ nazionale e ospitata alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli (presso il complesso del Centro Congressi Lingotto) nel periodo dal 21 aprile al 22 maggio. Attraverso una ricca selezione di immagini, documenti originali, filmati, caroselli e memorabilia provenienti dall’archivio storico Enie da collezioni private, l’esposizione consente ai visitatori di conoscere la storia di una grande azienda italiana e di ripercorrerne le tappe significative, i fatti storici, i cambiamenti che hanno caratterizzato lo sviluppo dell’azienda e del Paese a partire dagli anni Cinquanta fino ai giorni nostri. Una sezione speciale e’ riservata alla storia del concorso indetto nel 1952 per trovare i marchi che avrebbero accompagnato la pubblicita’ della benzina (Supercortemaggiore) e del  gas (Agipgas). Questa storia, ricostruita sulla base di documentazione originale messa a disposizione dall’Editoriale Domus, fa chiarezza intorno all’origine del “cane a sei zampe fedele amico dell’uomo a quattro ruote” (fortunato slogan ideato da Ettore Scola, mentre quello, simpatico,  della pubblicita’ attuale recita invece “…. genio di un cane!”) che ha accompagnato tante generazioni in oltre mezzo secolo di storia. La parte finale del percorso espositivo e’ dedicata al presente, con un’opera ispirata al Cane a sei zampe realizzata dalla sand artist Liana Yahav e con le opere dei talenti emergenti che hanno inaugurato la nuova stagione della comunicazione Eni. La tappa di Torino sara’ anche l’occasione per ricordare lo stretto legame tra due grandi aziende italiane, Eni e Fiat, e il rapporto di collaborazione tra due importanti imprenditori, Enrico Mattei e Vittorio Valletta- Fu proprio la visione di personaggi come Valletta. Fu proprio la visione di personaggi come Valletta, Pirelli, Mattei, Sinigaglia, a dare impulso ad alleanze decisive per il miracolo economico italiano. Secondo  il giudizio di Eugenio Scalfari, nei primi anni sessanta furono questi capitani d’impresa ad attuare la programmazione economica in Italia: acciaio, petrolio, benzina, automobili  ed autostrade per la motorizzazione di massa. Grazie a nuove ed efficaci stazioni di servizio e a vetture di piccola cilindrata, Eni e Fiat crearono in quegli anni le basi per la trasformazione dell’Italia da paese agricolo e manifatturiero in paese industriale.  Sembra che Vittorio Valletta abbia conosciuto Enrico Mattei  nel  1949 all’inaugurazione del pozzo di Cortemaggiore. Dalle forniture di gas ai rifornimenti e raffinazione del petrolio, che a partire dal 1955 calmierarono il prezzo della benzina in Italia, alla costruzione della rete dei distributori Agip, furono molte le iniziative di Eni che aiutarono la crescita della motorizzazione della Fiat. Da parte sua, Valletta ebbe un ruolo di mediatore tra le compagnie americane e Mattei,  tramite rapporti che Fiat deteneva con Texaco. Un altro terreno di incontro fu la politica Eni  di ricerca di accordi con i  paesi  produttori, nei quali la Impresit controllata Fiat, puntava ad inserirsi per le grandi opere. Il rapporto di collaborazione tra i due manager, Il senso di riscatto nazionale, la visione proiettata verso il futuro cosi’ come il loro temperamento, diedero all’Italia una forte spinta dal dopoguerra. Per questo motivo, una sezione speciale della mostra raccontera’ con immagini e filmati provenienti dai rispettivi archivi storici, lo stretto legame tra due grandi aziende del made in Italy. Per l’occasione verra’ proiettato un breve filmato, realizzato dall’archivio storico Eni in collaborazione con l’Archivio storico Fiat e l’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa che ripercorre, attraverso immagini di repertorio (molte delle quali inedite) il fenomeno della motorizzazione di massa negli anni del boom economico.  La Mostra e la sua ubicazione sono da considerarsi  a tutti gli effetti  come un “fenomeno italiano” ed e’ giusta quindi, la sua collocazione all’interno del variegato programma torinese di Italia 150; una definitiva consacrazione visto che, rispetto al centenario, l’effetto del  “miracolo economico” che attraversava il nostro Paese, era solo agli arbori e quindi difficilmente documentabile con la stessa disinvoltura e la stessa cura con cui possiamo raccontarlo nell’immediato: quello che oggi viene dato quotidianamente per  scontato, all’epoca rappresento’ un vero e proprio fenomeno culturale e di rinnovamento come modello di vita; da quel momento in poi saremmo costantemente cresciuti fino a preparare, oggi, le sfide per  le conquiste del  futuro.

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