Un pennone roccioso nel cuore delle dolci colline toscane.La torre del Tentennano si staglia come elemento inconfondibile nelcaratteristico paesaggio della Val d’Orcia, fatto di radi boschi cheintervallano  fiorenti e luminosecolture. La torre è culmine della trecentesca fortezza che fu dei Salimbeni,punto di osservazione e controllo della via Franchigena. Ai suoi piedi,abbarbicato sulla collina, si sviluppa l’antico borgo di Rocca d’Orcia, untempo fiorente e nobilitato dall’ aver ospitato per un breve periodo SantaCaterina da Siena. Pur essendo come tutta la val d’Orcia, patrimoniodell’Unesco,  il borgo, come purtroppomolti borghi agresti d’Italia,  s’èprogressivamente svuotato della sua gente, attratta dalle città in cerca dilavoro, lasciando ai turisti e ai pochi residenti il piacere del contattointimo col fascino del tardo medioevo, con la sua architettura di ruvidepietre, la sua storia e cultura che hanno come punto centrale il bellissimopozzo.

I questo affascinante contesto la pittrice bergamasca,Serenella Oprandi è stata ospitata al fine di portare l’arte, quindi interessee vita all’interno del borgo.

Per tre mesi, l’artista è protagonista indiscussa della vitaculturale di Rocca d’Orcia proponendo una successione di tre esposizioni, unaper mese, dei suoi lavori più suggestivi, ma anche promuovendo incontri, corsie laboratori artistici. L’ultima mostra in ordine cronologico (è aperta dal 4al 30 agosto) è la riproposizione de “i Tango!” raccolta dedicata al mondo delballo argentino, che ha esposto già in suggestivi spazi come il CasinòMunicipale di San Pellegrino Terme (BG) e in occasione dei mondiali di ballo aDesio.

A ospitare l’artista bergamasca è lo Spazio SE, galleriad’arte creata appositamente per promuovere l’arte nel borgo come parteintegrante dell’ambizioso progetto di riqualificazione di Rocca d’Orcia volutodal Cavalier Pasquale Forte, patron della Eldor, importante industriaelettronica.  Un progetto dal sapore profondamentemecenatistico che ha avuto inizio dal 1997 con l’acquisizione di un vastopodere confinante con il borgo. Un podere abbandonato, ma rimesso a nuovo conimportanti investimenti al fine di preservare il territorio e nel contempo direnderlo florido, con il proposito di ottenere prodotti locali di elevataqualità in armonia col territorio.

In breve tempo l’interesse si è esteso anche allo splendido borgo,con la progressiva acquisizione di molti stabili, ottimamente recuperati equindi salvaguardati dall’abbandono tramite l’introduzione nei locali diattività artigianali e commerciali, quali un’enoteca, un ristorante, unafalegnameria e varie botteghe.

Lo stesso Pasquale Forte spiega l’obiettivo: “Sto cercandodi ripopolare la Rocca ricreando il borgo medievale e introducendo questeattività si può renderlo attrattivo per il turismo, portando gente, anche igiovani, per le vie e le piazze”. Grazie all’impegno congiunto del mecenate e di coloro chepartecipano al progetto, Rocca d’Orcia punta a tornare al suo antico splendore per il piacere dei residenti edei turisti che percorrono queste belle terre toscane.

www.podereforte.it

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