Per definizione, formula 1 e ciclismo sono sport antitetici. Uno è roba da ricchi, richiede investimenti sostanziosi ed ha il fascino di ciò che è inarrivabile. L’altro è proletario di natura, nobilmente povero e offre il meglio di sè quando la strada si alza sotto i pedali con la folla che si stringe ai lati della strada per incitare i corridori. Tuttavia, il weekend incorona due re capaci di dominare in solitudine fondendo lucidità e coraggio. In fondo, il circuito di Montecarlo e un tappone dolomitico sono più simili di quanto possa sembrare. Il coefficiente di difficoltà è così elevato da provocare una selezione naturale: solo i migliori possono festeggiare al traguardo.

[oblo_image id=”1″] La pista monegasca è di per sè qualcosa di unico: non è un caso che fosse la preferità di Ayrton Senna. Se poi viene salutata dalla pioggia diviene un incubo per molti: solo il più forte può domarla. E così Lewis Hamilton ha costruito il suo capolavoro vincendo per manifesta superiorità. Anche lui ha commesso un errore finendo “lungo” al sesto giro. Ma a differenza dei suoi colleghi ha saputo reagire, rimontare, riprendersi di forza la testa della corsa. Una volta al comando, poi, ha gestito con calma insolita per un 22enne limitandosi ad osservare i pasticci combinati dai colleghi – ferraristi compresi – fino a gustarsi il primato nella classifica mondiale. E’ un predestinato, questo si sapeva. Ciò di cui si dubitava era la risposta caratteriale dopo aver perso incredibilmente il campionato nella passata stagione. L’inglesino non si è scomposto ed ora è l’uomo da battere.

[oblo_image id=”2″] Una tappa con 6 Gran Premi della Montagna per un totale di 4900 metri di dislivello ha il sapore del ciclismo d’altri tempi. Non c’è spazio per bluff o colpi di mano. Se vai in crisi, rischi di contorcerti sulla bicicletta senza riuscire ad andare avanti. Se il giorno prima hai concluso con successo una fuga di 180 km, la logica ti consiglia di essere prudente. Ed invece, Emanuela Sella è scattato dopo 3 km dal via. Ha sfruttato il lavoro del compagno di squadra Leonardo Valiani prima di involarsi in solitario sulle rampe della Marmolada, una delle salite che ha fatto la storia del Giro d’Italia. Poco importa che dietro si scatenasse la bagarre tra gli uomini di classifica, la montagna stava incoronando il suo nuovo re che ha tagliato il traguardo a braccia alzate. Mostrando come il ciclismo sia destinato a rinascere dalle proprie ceneri. Perchè sarà vero che il doping ha causate ferite e cicatrici indelebili ma basta una tappa d’alta quota con migliaia di persone assiepate sotto la pioggia ed un’impresa alla Sella per riscoprire quanto sia vivo l’amore per le due ruote.

Ora Lewis Hamilton ed Emanuela Sella torneranno a vivere nei loro mondi così diversi. Ma per un giorno si sono simbolicamente abbracciati. Sul primo gradino del podio.

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