[oblo_image id=”1″] Quest’oggi parliamo con un ottimo chitarrista, un ‘solo artist’ di Bergamo,Guido Campiglio, che ci rivela grazie a quest’intervista il suo percorso musicale

Guido agli esordi, quando e in che modo nasce la tua passione per la chitarra?
Intanto ciao Ilaria, e ti ringrazio per questa intervista e per il tuo impegno in quest’ attività! Ti rispondo subito, dicendoti che son sempre stato il classico ragazzino perennemente con la chitarra addosso fin dagli undici anni, due cose hanno fatto cominciare il tutto, il fatto che mio fratello, a cui era stata originariamente regalata una chitarra, cedette a me questo oggetto frutto di mie curiosità e ciò che fece scattare la scintilla, fu un film che vidi una sera, da bambino, la biografia di Ricardo Valenzuela, quel celebre chitarrista anni ’50, il film era intitolato ‘La Bamba’, mi piaceva un sacco che il protagonista fosse considerato cosi ‘figo’ a causa del fatto che suonava….il primissimo pezzo moderno che imparai fu proprio la bamba. Iniziai a suonare la chitarra classica per quattro anni, viste le mie reali influenze stilistiche.
Dagli 11 anni in su andò di pari passo lo sviluppo del mio percorso chitarristico con la scoperta delle principali band e artisti che sarebbero poi diventati le mie influenze nella mia professione artistica, primi tra tutti Megadeth e Yngwie Malmsteen, erano i primi anni ’90, andava forte quell’atteggiamento artistico di perfezionamento della propria arte pur con mezzi tecnologici limitati, credo che questo sia stato positivo per me,questo mi ha donato quella marcia in più per passare ore e ore sullo strumento per anni.

Guido oggi, raccontami il tuo percorso musicale e in che modo ti sei evoluto nel tempo? Tralasciando le primissime bands da liceo, pongo l’inizio della mia esperienza musicale e professionale con il mio breve servizio nella band di prog italiano ARKADIA.
Non era niente di più di una di quelle band di ragazzi sopracitate, ma aveva una gran cosa, si muoveva con professionalità, parecchie delle cose imparate e che sarebbero state utili per il futuro le ho imparate girando con loro, il batterista di quella band e’ l unico con cui sono ancora in contatto , un ottimo elemento, Luca Mazzuconi.
Dopo il periodo Arkadia, e’ cominciata un’ epoca di gavetta, da un lato positiva per il numero di date sulle quali mi son fatto le ossa, da un altro negativa dovuta al fatto che erano per lo piu’ Tribute bands. Ero annoiato, e di fatto avevo un atteggiamento non positivo e soprattutto non professionale . Mi sembrava inoltre che fosse uno spreco, dopo tutti quegli anni di preparazione, dedicare la mia arte a questa specie di liscio del 2000, che sono i tributi.
Ho cominciato a sviluppare maggiormente il mio impegno nella didattica, realta’ a cui mi sono dedicato esclusivamente dal 2005 (prima svolgevo i lavori piu’ disparati e ho studiato storia dell’arte, nonostante mi sia poi dedicato alla musica a tempo pieno), e accadde nell’ estate 2009 un evento fortuito per me, che raccontero’ meglio rispondendo alla domanda successiva.

Dopo aver suonato in varie band, hai deciso di essere un solo artist, com’ è maturata questa scelta? Come dicevo parallelamente alla mia attivita’ live, mi ero parecchio dedicato alla didattica, al chitarrismo in sè, non ricordo in che modo, ma entrai in contatto con un artigiano titolare di un progetto molto originale: la fabbricazione di batti penna personalizzati. Dopo che gli dissi, che trovavo divertenti le sue creazioni, mi propose una cosa davvero divertente: lui avrebbe avuto uno stand ad un festival chiamato Metal Disorder, e mi aveva proposto di suonare allo stand dove sarebbe stata messa una minipostazione live, e che avrei dovuto riempire di musica tutta l’area festival ad ogni cambio palco delle bands. Originale davvero , ci andai e sperimentai per la prima volta quella che poi sarebbe diventata una formula ben collaudata delle mie esibizioni e successivamente perfezionata e personalizzata: suonare su base, brani strumentali in cui il chitarrismo fosse principe.
Scrissi in poco i pezzi che avrei esibito e registrai io stesso le basi, quell’ esperienza si riscontro’ un successo, la gente apprezzo’ un sacco quei pezzi e il curioso modo di esibirli. Ho perso i contatti con il ragazzo dei batti penna, ma lo ringrazio enormemente ,comunque la sua azienda artigianale si chiama battipenna.it, per chi fosse interessato e ha sede vicino a Rho (Mi).
Per concludere, i pezzi di quel festival sono quelli che nell’aprile 2010 vennero pubblicati sotto contratto SG records e raccolti nel mio primo album SATURN.
La SG records è un’ ottima etichetta indipendente, si e’ sviluppato inoltre un rapporto collaborativo enorme e colgo l ‘occasione di salutare tutti i ragazzi dello staff in questa intervista. (Di recente e’ nata anche una cooperazione live con una delle band nel roste e ho avuto modo di condividere il palco diverse volte con gli IBRIDOMA, che saluto calorosamente, e’ una band fortissima e sono diventati dei cari amici)

 Vantaggi e svantaggi tra essere membro di una band e essere un solo artist, quale delle due condizioni ti ha dato maggiore soddisfazione? Devo dire una cosa, un sacco di gente e’ distante dalla musica strumentale, un po’ per non abitudine all’ ascolto, un po’ perchè non diretta come la musica cantata e un po’ per essere non tradizionale e questo rende la presentazione del progetto non sempre facilmente assimilabile…. Ma devo dire che mi son mosso saggiamente con il mio nuovo lavoro, per il quale sto gia’ facendo un sacco di date di lancio, ho trovato un mix originalissimo e accattivante tra elementi tribali (marchio di fabbrica del mio stile), sonorita’ etniche, sound metal e linguaggio shred, che rende lo spettacolo assolutamente energico e coinvolgente per tutti. I vantaggi principali sono dovuti al fatto che ritengo di avere creato uno stile mio, inconsciamente ritengo che sia quello che ogni artista cerchi; se sento un pezzo di cui ignoro l’ autore, e’ bellissimo riconoscere lo stile e la mano e indovinarne l’artista che ci sta dietro; credo, con RUMBLE IN THE JUNGLE, il mio lavoro di prossima uscita, di esserci arrivato. Segnalo comunque, che i miei show sono pieni di ospiti, inoltre e’ spesso con me sul palco un grandissimo amico e collaboratore, Fabio Cariboni, in veste di chitarra ritmica, per cui molto sovente si tratta di esibizioni a duo con basi elettroniche.

Oltre ad essere un ottimo chitarrista, sei impegnato in molte altre interessanti attività, quali sono? Intanto grazie per il tuo giudizio; si l’ impegno live che e’ quello che puo’ bastare, unitamente a quello studio, per band tradizionali, non puo’ essere l’unica realta’ per un chitarrista o uno strumentista solista.
Una vera e propria mia creazione, e’ un seminario didattico nel quale io presento alcuni elementi della mia tecnica, si chiama SHRED ZONE e devo dire che ha un format molto divertente e partecipe ed e’ rivolto a giovani chitarristi che abbiano gia’ una buona destrezza con la chitarra.
E’ una realta’ itinerante, dopo averne fatte alcune edizioni nel nord Italia, il giro si e’ ampliato con tappe in tutta Italia, ospite di festival chitarristici. Ci tengo a evidenziare una cosa: trovo tra l’atro che ci sia un atteggiamento da cui mi discosto relativamente a molti chitarristi, che tengono clinics e seminari, la mia volonta’ e’ che non appaiano mai un’ autocelebrazione e uno sfoggio di se stessi, per questo spesso i miei eventi possono essere duplici, una clinic o un seminario seguiti da un live vero e proprio… in modo che la clinic non appaia un concerto e il concerto non sia un evento puramente per addetti ai lavori.

Ripercorrimi il tuo percorso musicale attraverso i tuoi album. SATURN e’ stato pubblicato in aprile 2010, e’ un album di esordio e ne sono affezionato, col tempo ho imparato a riconoscerne alcune pecche e se dovessi rifarlo adesso lo rifarei totalmente diverso, ma devo dire, ho imparato piu’ quest’ anno, che in dieci anni per cui…sono grato anche agli errori inclusi nel primo album, che mi hanno fatto migliorare, in piu’ devo dire che tutte le volte che lo riascolto, ci sento dentro l’atmosfera di quel festival che ti dicevo, per questo lo ritengo parte integrante del mio percorso.
RUMBLE IN THE JUNGLE lo considero una perla, e’ un lavoro esattamente progettato e realizzato nella forma che desideravo, come ti accennavo tutti gli elementi del mio stile, la matrice tribale dei ritmati, i fraseggi shred armonizzati e lo studio melodico dei temi, la presenza enorme ma calibrata dell’ elettronica, l’aspetto esotico delle mie scelte armoniche, risultano ingredienti di un mix piacevole ed accattivante, sia per chi suona sia per chi non suona. Dal vivo ci sono anche parecchie sorprese, come campionamenti di suoni da jungla. Davvero simpatico e creativo.
C’e’ anche una piccola perla che mi fa piacere potere dire, due anni fa partecipai a un contest dove arrivai secondo, l’ADGPA festival, non vinsi, ma fui davvero soddisfatto della partecipazione e tutto lo staff del festival fu entusiasta della mia musica! Quando ho comunicato che sarebbe uscito RUMBLE IN THE JUNGLE in luglio, hanno voluto ascoltarne la pre produzione e hanno espresso la volonta’ di contribuire apponendo il loro logo “ADGPA approved” e segnalandolo come disco consigliato nei loro contatti, mi hanno inoltre invitato a presentarlo, esibendolo live, al loro raduno internazionale di Pieve di Soligo (Tv) a fine giugno 2011, una cosa che mi ha riempito di entusiasmo!

Descrivimi la tua musica, come la definisci e a cosa e a chi ti sei maggiormente ispirato? In parte ti ho gia’ ampiamente parlato del mio stile arricchisco la risposta parlandoti di come mai credo di avere questi orientamenti. Oltre alle ovvie influenze musicali, a partire dalla musica classica e terminando con Megadeth, Malmsteen, Never more, Angelo Batio etc etc, ho sempre avuto una predisposizione ad amare la natura e le culture primitive (su tutti i nativi americani ma non solo), nasce da se che la mia musica e’ spesso contaminata da scelte che evocano queste sonorita’. Il mio brano Tomahawk, incluso in Rumble in the Jungle, ne e’ la dimostrazione e, precedentemente il mio pezzo India, incluso in Saturn.

Un tuo consiglio a coloro che stanno per intraprendere il proprio percorso musicale come solo artist. Darsi veramente da fare ma soprattutto capire cosa si vuole comunicare e avere il coraggio di farlo. E sinceramente avere voglia di lavorarci 10 ore al giorno.

Puoi anticiparci qualcosa riguardo ai tuoi progetti e collaborazioni future? Sto allargando i miei orizzonti relativamente ai marchi e all’ endorsment relativamente all’ effettistica e alla componentistica per chitarre. Riguardo alla chitarra in se e per se ho un contratto di endorsment con il celebre marchio B C RICH di cui sono orgoglioso e fiero, ne ho quattro, che si sono rivelate tutte ottime chitarre perfette per il mio stile. Ho sviluppato di recente, una collaborazione con un artigiano riguardo alle modifiche dei pedali, l’azienda e’ C.GRAVINA TUBE AMPS e invito tutti coloro che risultino interessati a scoprire un pò di piu’ sul suo lavoro. Ho inoltre una piccola realta’, che pero’ tengo ancora nascosta relativa alla nascita di un pick up per chitarra a 7 corde a mio nome, realizzato da un celebre artigiano italiano, che già collabora con grandi nomi della scena chitarristica italiana….ma non faccio nomi!

[oblo_image id=”2″] Contatti: http://www.reverbnation.com/guidocampigliosoloartist

http://www.sgrecords.it/it/artisti/G/7-guido-campiglio

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