Gaza 22 , il video di Simone Camilli
Gaza 22 , il video di Simone Camilli
Gaza 22 : il video di Simone Camilli nelle stesse strade dove ha trovato la morte

Simone Camilli è l’ultimo giornalista morto mentre stava facendo – e bene – il proprio lavoro. E’ una delle categorie più martoriate, capace di meritarsi insulti e richieste di scioglimento dell’albo, ma è bene ricordare che tra i civili sono i giornalisti a registrare il maggior numero di morti ammazzati ogni anno. Quando cade sul campo un corrispondente di guerra, la domanda più ricorrente è che cosa possa spingere una persona preparata e professionalmente eccellente a finire negli angoli di pianeta più tormentati con la consapevolezza che ogni momento potrebbe essere fatale.

La risposta migliore probabilmente la si può avere rileggendo uno stralcio di un articolo inviato da Oriana Fallaci mentre era corrispondente dal Vietnam nel 1968 e pubblicato sulle pagine de L’Europeo:

Che strani tipi questi miei colleghi in Vietnam. Alcuni sono fior di giornalisti e potrebbero stare a Londra o a Parigi: invece bestemmiano e rimangono qui. Altri reporter improvvisati, nessuno li voleva mandare: ma hanno supplicato o sono venuti da sé, a loro spese. Cosa cercano, dimmi. Uno scopo che non avevano prima? Un brivido che li scuota dalla noia? Una pallottola che risolva un  loro dolore? Un’imitazione di Hemingway? Ho tentato un’indagine, uno ha risposto: «Voglio dimostrare a mio padre di non essere il cretino che dice». Un altro ha risposto: «Mia moglie ha divorziato». Un altro ha risposto: «È eccitante e, se fai la foto giusta, sei a posto per sempre». Quasi nessuno m’ha data la sola ragione che a me sembra valida: «Sono qui per capire».
Io sono qui per capire, per sapere cosa pensa un uomo che ammazza un altro uomo che a sua volta lo ammazza: senza conoscerlo. Sono qui per provare qualcosa a cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre. Sono qui per spiegare quanto è ipocrita il mondo quando si esalta su un siero che curerà il cancro, o sull’operazione chirurgica che sostituisce un cuore con un altro cuore: mentre migliaia di creature giovani e sane, senza cancro, col cuore a posto, vanno a morire come animali, vacche al macello.

Simone Camilli ha lavorato in giro per il mondo eppure sentiva irresistibile il richiamo di quel fazzoletto di terra tristemente noto come Striscia di Gaza. Con le immagini capiva e faceva capire l’assurdità di uno scontro che non sembra avere fine come nel documentario Gaza 22 che vale come lascito professionale. E anche se con colpevole ritardo, dovremmo continuare a essere grati a quelli come lui che credono in quello che fanno, che considerano la deontologia non solo una bella parola, che perdono tempo in zone così terribili perchè non pensano mai che sia tempo perso. Simone Camilli è un eroe o forse un antieroe perchè non cercava la celebrità, faceva parlare le immagini e si metteva in posizione defilata con la sua camera da presa. Uno di quelli per cui orgoglio e dignità procedono a braccetto: uno di quelli che ha insegnato a tanti ad avere il coraggio di seguire la propria passione e che lo insegnerà a tanti altri attraverso i lavori che lascia come eredità.

Gaza 22 , l’eredità di Simone Camilli : attraverso un articolo di Oriana Fallaci proviamo a capire cosa spinga a essere reporter di guerra

Simone Camilli , il video di Gaza 22

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