Florestano Vanciniè un regista italiano poco conosciuto, egli stesso si definisce uno scomodonarratore in quanto ha sempre prediletto episodi poco noti, insidiosi, che ilpotere culturale avrebbe volentieri voluto insabbiare. Possiede di certo lavocazione dello storico e lo ha dimostrato in tutte le sue opere, dai primidocumentari al suo ultimo lavoro, E ridendol’uccise (2005), che porta in scena alcuni tragici eventi avvenuti presso lacorte rinascimentale degli Estensi.
Il retaggio del neorealismo è senza dubbio presente nei suoifilm, anche se il suo stile acquista un’impronta narrativa più descrittiva, riuscendoa ritrarre con arguzia e precisione profili psicologici e ambientali. La suaopera si inquadra, pertanto, in quel periodo della cinematografia italiana chevide fiorire l’impegno politico, insieme a quello della “realtà”. Periodo incui il cinema assunse fortemente un dovere di testimonianza, pur nella consapevolezzadi quel suo limite di “specchio infedele”, anche se verosimile.
L’omaggio a Vancini è pertanto un meritato riconoscimentoalla sua carriera e consisterà nel premio “Città di Ferrara”, che gli saràconsegnato dal sindaco Gaetano Sateriale, ma soprattutto nell’assegnazionedella Laurea honoris causa in Filosofia, la cui cerimonia si terrà venerdì alleore 11, presso l’aula magna del Rettorato, a Palazzo Renata di Francia (viaSavonarola 9).
Contemporaneamente il cinema Boldini ha organizzato unabreve rassegna che prevede le proiezioni di Lalunga notte del ’43 (1960), in programma per giovedì 15 presso la sala divia Previati, con un’introduzione del prof. Alberto Boschi, titolare della cattedra di Storia del Cinema all’Ateneoferrarese, e di Le stagioni del nostroamore (1966), introdotto dal prof. MarcoBertozzi, docente di Filosofia Teoretica della stessa Università. Entrambesi terranno alle ore 21 e l’ingresso è gratuito.