[oblo_image id=”4″]È fuor di dubbio che l’accostamento del bianco col nero sia il miglior modo per sottolineare visivamente quelli che comunemente intendiamo come “gli opposti”; inevitabile, quindi, che anche nel gioco degli scacchi sia stata unanimamente accettata questa dicotomia cromatica. Ma cosa succede quando la fantasia di Augusto Di Bono decide di stravolgere questa tradizione? La risposta alla Galleria Civica di Campione d‘Italia, dove è stata allestita una mostra su parte dei lavori di questo artista.

[oblo_image id=”1″]Una ventina di scacchiere che sembrano tali solamente perché il titolo della mostra (Scacchiere di Aug) ci ricorda il tema dell’evento: infatti piú che “tavole da gioco”, questi manufatti di argilla colorata (non dipinta a mano; i colori sono ottenuti impastando quelli di base) sembrano dei veri e propri palcoscenici teatrali, sui quali vengono sapientemente messi in scena scontri tra le piú disparate fazioni: Robin Hood e i Normanni, Frutta e Verdura, animali da circo e domatori (Il circo), e cosí via. Impossibile non notare in questi lavori il motivo conduttore di tutta la produzione di Aug (questo il nome d’arte dell’autore di questi pezzi), ovvero il ricordo: sia chiaro, non un rimpianto lacrimoso e nostalgico su cose che erano e che purtroppo ora non sono piú, ma un rifugiarsi spesso e volentieri nella memoria per tornare bambino e continuare a giocare a Cow Boys e Indiani o a rivivere i fasti della Grande Inter di Helenio Herrera, portando con sé in questo tuffo nel passato tutti coloro che vogliano vivere nuovamente le emozioni della propria giovinezza (e chi vi scrive puó assicurarvi di aver sentito una vera e propria stretta al cuore di fronte a quel Robin Hood re della Foresta di Sherwood). E il riaffiorare di malinconici pensieri è impedito in particolare dal carattere ironico delle stesse scacchiere, dalle quali affiora appieno, sospeso tra il giocoso e l’irriverente, il carattere dell’artista. Emblematico di questo suo essere quasi sfrontato è certamente Inferno o Paradiso?, uno scenario di ambientazione apocalittica in cui divinità celesti sono contrapposte ad esseri infernali: ma, ad uno sguardo piú attento, si possono notare una Madonna semi-nuda, un San Giuseppe cornuto e schiere di angeli intente a fare gestacci mentre i “poveri diavoli” sono raccolti nella preghiera. Ed è in questo ironico ribaltamento dei ruoli che trova tacita spiegazione la domanda posta nel titolo dell’opera.

[oblo_image id=”2″]La mostra è completata da una serie di quadri realizzati da Aug sempre in argilla colorata, apprezzabili per la maestria dell’esecuzione e per l’idea sottintesa della presenza di un mondo “altro”, diverso da quello in cui si vive ma non cosí lontano e irraggiungibile come si potrebbe pensare: in Fuga una donna nuda cerca di scavalcare i confini (qui tangibili) del cielo; in Il Bambino e i Tuareg l’africano solleva un lembo del deserto sotto il quale si trova un bambino a carponi; infine, in La Regina e il Cavaliere un “occhiello” in alto a sinistra svela la presenza di uno spettatore posto in una sorta di dimensione parallela.

Augusto Di Bono, Scacchi di Aug
Campione d’Italia, Galleria Civica
Tutti i giorni dalle 14.00 alle 20.00
Ingresso gratuito

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