[oblo_image id=”1″]Può una tela anticipare, suo malgrado,la nostra epoca che ha fatto del virtuale la sua divinità? Parrebbe proprio di sì a condizione che l’opera sia tecnicamente perfetta come i quadri di Sir Lawrence Alma Tadema. Le sue tele, alias una ricostruzione dell’antica Roma così meticolosa da suscitare l’illusione della settima arte, quella nata semplicemente come “cinématographe” nella Francia di fine Ottocento e,poi, cresciuta “oversize” Oltreoceano.

“Non c’è, tra antichi e contemporanei, la grande differenza che noi siamo inclini a supporre. Questa è la verità che mi sono sempre sforzato di esprimere nei miei ritratti, che gli antichi romani erano carne umana e sangue come noi, mossi dalle stesse passioni ed emozioni”.

Il “manifesto programmatico” di Sir Lawrence non ha tentennamenti: all´artista anglo-olandese non fanno certo difetto nè la passione per il “vero” nè il gusto fotografico per il minimo dettaglio. Un’apologia di gladiatori, candelabri,tripodi e sfingi, le tele di Alma Tadema che si ispira alle monumentali vestigia di Roma, ma ancora di più alle rovine ed ai reperti provenienti da tutta l’area vesuviana.

Mai prima della Mostra di Napoli i suoi quadri avevano trovato “asilo politico” in Italia. Per una volta il gioco di squadra delle Soprintendenze ha dato i frutti sperati: è una realtà “Alma Tadema e la nostalgia dell’antico”, in allestimento fino al 31 marzo 2008 presso il Museo Archeologico partenopeo.

“Le jeux sans fer” quando l’interpretazione di un evento culturale è affidata alla creatività di Marco Hagge, coordinatore di “Bellitalia”, riuscitissima rubrica giornalistica del Tg 3. La Mostra è stata sottoposta ” a scansione” , è il caso di dire: Sir Lawrence rimarrà lusingato del servizio in onda il 22 dicembre alle 12 e 55.

Con la puntigliosa accuratezza delle sue tele l’artista anglo-olandese ha creato lo stile “neopompeiano” per gusto ed ambientazione. Ma in un’epoca puritana come l’Ottocento i soggetti antichi non fornivano un “comodo” alibi per affrancarsi dai dettami del galateo artistico-borghese? La domanda non è oziosa. Il servizio di Marco Hagge risponderà con la acutezza adamantina che contraddistingue il coordinatore di “Bellitalia”.

[oblo_image id=”2″]E’ notorio quanto la scoperta, prima, e gli scavi,poi,di Pompei abbiano influito sull’immaginario artistico, sulla ricostruzione del mondo antico ad opera dei secoli successivi. Poteva rimanere immune dal passato riemerso l’immaginario collettivo? Il tempo trascorso sembra scrollarsi la polvere da dosso e riprendere corpo, nutrito dagli ambienti e dagli oggetti riaffiorati dopo secoli di silenzio e di oblio. Le scenografie create da Sir Lawrence Alma Tadema sono degne di un “kolossal” alla Cecil B.De Mille. Merito della sua propensione ad approfondire la conoscenza archeologica e letteraria dell’antichità classica. La studia. Qualcuno dice troppo. Quel mondo scomparso riemerge dalle tele dell’artista. E’ perfetto. Troppo perfetti i suoi soggetti, gli interni, e persino la corporeità che risulta algida. Sia pure: ma ,allora, le sue opere rimandano a realtà a noi prossime, ossia a quelle ricostruzioni virtuali create da esperti grafici dove nulla è affidato al caso,e la tecnica officia secondo modalità sempre aggiornate. Riflessioni più o meno peregrine che saltano a piè pari la lettura meramente estetica. Non resta che aspettare il 22 dicembre. La puntata di “Bellitalia” delle ore 12 e 55 ,Rai 3, saprà aggiungere condimento alla Mostra: ne ha il “phisic du role” .

Advertisement