Valerio Adami nasce nel 1935 a Bologna e con la sua famiglia si trasferisce presto a Milano, dove frequenta il liceo e sviluppa i suoi interessi artistici, che può ampliare con lo studio dell’arte antica e rinascimentale durante un viaggio a Roma. Ma è a Venezia che la sua scelta di vita dedicata alla pittura diventa consapevole ed esplicita: conosce Felice Carena, artista già affermato e comincia a dipingere nel suo studio.

A Venezia conosce soprattutto Oskar Kokoschka, che segna una svolta nella sua giovinezza. Quando, alla Biennale del 1952, egli vede il grande trittico Prometheus, ne resta profondamente colpito. Intanto si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove segue i corsi di Achille Funi. Nel 1952 visita anche il Salon de Mai di Parigi ed incontra il poeta Edouard Glissant, grazie al quale conosce poi gli artisti Roberto Sebastian Matta e Wilfredo Lam, con cui rimarrà sempre in stretto rapporto di amicizia.

Dal 1958 compie il suo primo viaggio a Londra, dove conosce Francis Bacon e William Scott. Nel 1959 presenta alla Galleria del Naviglio di Milano un gruppo di opere col titolo Liturgie di un fatto. L’anno seguente la galleria L’Attico di Roma organizza una sua personale; partecipa anche alla rassegna Young Italian Painters presso il Museo d’arte moderna di Kamakura in Giappone; espone inoltre presso la Galerie Art di Brema. Negli primi anni Sessanta vive tra l’Italia, dove ha lo studio sul lago d’Orta, Parigi e Londra. Nel 1964 viene invitato a Documenta III di Kassel, dove partecipa con una sala personale; partecipa anche al Salon de Mai di Parigi. La Galerie Krugier di Ginevra ospita una sua personale. Nel 1965 la Galleria Scvhwarz  di Milano presenta una sua personale dal titolo I Massacri privati.

Nel 1966 disegna il ritratto di Nietzche, inaugurando la serie ritratti letterari, che si svilupperà a varie riprese anche negli anni successivi. Espone a Milano, presso le gallerie Schwarz e Marconi e il Palais des Beaux-arts di Bruxelles ospita una sua personale. Durante l’inverno soggiorna a New York, a Venezia conosce Ezra Pound e nel 1967 fa parte poi della giuria del Salon de Mai di Parigi e della delegazione inviata a Cuba, soggiornando per tre mesi all’Avana. Partecipa alla Biennale di San Paolo del Brasile. Vince il Premio Lissone. Nel 1968 la Biennale di Venezia gli dedica una sala personale. Espone presso il Jewish Museum di New York, nella mostra Young Italians, poi a Boston, presso l’Institute of Contemporary Art. La Fondazione Mendoza di Caracas ospita una sua mostra. Lo stato francese acquista una sua opera: Interieur colonial. In occasione della grande mostra personale presso il Museo de Bellas Artes di Caracas, nel 1969, soggiorna in quella città con Carlos Fuentes, col quale compie poi un viaggio in Messico, dove nasce la sua amicizia con Octavio Paz. Apre un nuovo studio nelle Fiandre, vicino ad Ostenda e soggiorna anche a Marrakech.

Nel 1970 il Musée de la ville de Paris (ARC) organizza una sua grande retrospettiva, che verrà poi trasferita al Kunstverein di ULM. Quello è anche l’anno della sua prima personale presso la Galerie Maegt di Parigi, dove poi esporrà regolarmente. Nel 1971 riprende la serie dei ritratti letterari, dedicati agli intellettuali che hanno lasciato un segno nella storia contemporanea e nella sua stessa vita: James Joyce, Anton von Webern; più tardi dipingerà anche Gustav Mahler a Dobbiaco; Dr. Sgm. Freud; ed ancora un ritratto di Gandi. Sempre le 1971 sperimenta anche il linguaggio cinematografico, girando, insieme col fratello Giancarlo, il lungometraggio Vacanze nel deserto. Da quell’anno riprendono anche i suoi soggiorni periodici a New York, dove torna regolarmente a dipingere nel suo studio di Dowtown. Qui stringe amicizia con Saul Steinberg e Richard Lindner. Nel 1975 viaggia tra Città del Messico e Los Angeles. A Parigi stringe amicizia con Jacques Derrida e realizza il manifesto per Glas, che diventerà quasi un simbolo del pensiero decostruzionista.

Nel 1976 si reca per la prima volta in India, dove ritornerà spesso, affascinato da alcuni aspetti delle cultura di quel grande paese e dal messaggio di Gandhi. Compie quindi un lungo viaggio nei paesi nordici dove scopre la pittura di Akseli Gallen-Kallela. Nel 1979 il Museo de Arte Moderno di Città del Messico organizza una sua mostra antologica che comprende i lavori dal 1971 al 1978; la mostra sarà poi trasferita presso l’Israel Museum di Gerusalemme. Come è sua abitudine, Adami soggiorna a lungo in questi paesi dove vengono esposte le sue opere. Nel 1980 sue mostre personali si tengono a Parigi, Caen, Grenoble. Nel 1981 muore Aimé Maeght, col quale aveva stabilito un rapporto che era molto più stretto di una semplice collaborazione tra artista e mercante. Trasferisce la sua residenza nel Principato di Monaco, ed apre un grande studio affacciato sul porto di Montecarlo, che diventa un luogo abituale del suo lavoro. Nel 1983 la Galerie Maeght di Parigi organizza ancora una sua mostra presentata in catalogo da Italo Calvino. In occasione della mostra presso la Fuji Television Gallery di Tokio, soggiorna in Giappone.

Nel 1985 il Centre Georges Pompidou di Parigi organizza una sua grande retrospettiva e nell’anno successivo la mostra sarà trasferita al Palazzo Reale di Milano. Nel 1988 la Galerie Lelong di Parigi organizza una sua personale e la Galleria d’arte Moderna di Bologna organizza la mostra Mnemosyne, con una serie di manifestazioni culturali che l’accompagnano.

Nel 1990 ritorna sul lago Maggiore, non più ad Arona ma a Meina, dove ha costruito, alta sul lago,  una sua casa – studio. Qui trascorrerà sempre più spesso qualche mese durante l’estate. Nel corso dell’anno espone a New York, Londra, Chicago. La città di Bruxelles organizza una sua mostra all’Espace Médicis. La città di Valencia ospita una grande retrospettiva presso l’IVAM Centre Julio Gonzáles.

Nel 1992 gli vengono commissionate quattro grandi pitture murali, che realizza nel 1993, per il Park Hyatt Hotel di Tokio, progettato dagli architetti Kenzo Tange e John Morford. Soggiorna a Tokio ancora nel 1994, quindi si trasferisce nello Sri Lanka, poi a Buenos Aires e la città di Siena gli dedica una mostra antologica presso i Magazzini del Sale.

Nel 1995 espone al museo di Bochum, in Germania e nel 1996 una grande mostra a Palazzo Medici Riccardi di Firenze; mostra anche al Palazzo delle Stelline di Milano.

Nel 1997 il Tel Aviv Museum of Art gli dedica una retrospettiva e crea per Giancarlo Menotti il manifesto del Festival dei Due Mondi di Spoleto, che ospita una sua personale. Nel 1998 il Museo de Bellas Artes di Buenos Aires presenta una sua retrospettiva. Segue una sua mostra presso Palazzo Magnani di Reggio Emilia.

Quando non è in viaggio, trascorre le varie stagioni dell’anno tra Parigi, Montecarlo e Meina e nel 2002 inizia la sua collaborazione anche con la Marlborough Gallery di New York.

Nel 2003 realizza le scene per l’Olandese volante di Richard Wagner, su commissione del Teatro San Carlo di Napoli e nel 2004, in occasione delle Olimpiadi,  il Museo Frissiras di Atene gli dedica un’importante retrospettiva.

Nel 2006 riceve il premio alla carriera dal Museo d’Arte Contemporanea di Lissone,  che ospita la mostra retrospettiva Adami d’après Adami e nel 2009 il Palazzo della Promotrice di Belle Arti Torino ospita la retrospettiva sua e della moglie Camilla, anch’essa pittrice. Sue mostre personali si aprono a Parigi, presso la Galerie Daniel Templon, a Berlino, presso la Galerie Michel Haas, a Londra, presso la Mayor Gallery. Nel 2010 il Boca Raton Museum of Art di Miami organizza una sua mostra antologica.

In questi ultimi anni conduce una vita più raccolta, tra Parigi e Meina, più raramente a Montecarlo, tuttavia l’attività espositiva continua incessante in Italia, in Francia, in Germania, in Inghilterra. Tra le sue esposizioni in istituzioni pubbliche negli ultimi anni si segnalano: Quadri di lettura al Padiglione Italia della Biennale di Venezia (2011); Allegorie presso il Museo di Ravenna (2013); Transfigurations presso la cappella Saint Sauveur di Saint-Malo (2016).

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