Snapchat e il pericolo delle immagini a tempo
Sta spopolando negli Stati Uniti e nel Regno Unito, soprattutto tra i giovanissimi, ma si sta facendo largo anche nel Bel Paese: è SnapChat, la nuova frontiera delle app per lo scambio di foto e video tramite dispositivi mobile (Android e Apple). Possiede una caratteristica più unica che rara, che la distingue dalle altre app o dagli altri social network: è possibile chattare col solo uso delle immagini in modo veloce e sicuro (ma solo apparentemente) dal momento che queste, una volta visualizzate si “autodistruggono” dopo massimo 10 secondi.
Proprio per questa sua peculiarità, l’app è utilizzata dagli adolescenti per scambiarsi immagini osè e sessualmente esplicite, fenomeno ribattezzato come “sexting”, noto negli States in seguito a numerosi casi di cronaca. Per questo motivo i due giovanissimi ideatori (o meglio tre, vi è una querelle in corsa), Evan Spiegel e Bobby Murphy hanno cercato di porre un freno con SnapKids, che elimina la chat per gli under 13.
Secondo quanto riportato dal Times, a febbraio 2013 sono stati inviati 60 milioni di foto e messaggi, diventati 150 milioni lo scorso aprile, arrivando a 350 milioni a settembre e nientepopodimeno che a 400 milioni in questi giorni. Incredibile, la crescita di Snapchat è inarrestabile, ogni due mesi raddoppia le cifre che riguardano il suo utilizzo. Questi dati si riferiscono in particolare a quante foto vengono inviate e non al numero di utenti che fanno uso di Snapchat, anche perché è stato notato come, in media, un utente invia l’88% di queste fotografie allo stesso destinatario.
In questi giorni sta circolando un’indiscrezione secondo la quale Facebook, nella persona dell’ormai conosciutissimo Mark Zuckerberg, avrebbe fatto a SnapChat una proposta d’acquisto di ben 3 miliardi dollari (il triplo rispetto alla proposta di 1 miliardo di dollari dell’anno scorso), offerta rifiutata categoricamente da Spiegel che ritiene l’app in continua evoluzione e in grado di raggiungere cifre di gran lunga più elevate.
La piattaforma di Zuckerberg, in quest’ultimo periodo, sta notando un progressivo calo delle utenze soprattutto tra i giovani: nel terzo trimestre del 2013, il numero di teenager che dichiara di essere ancora attivo su Facebook è calato al 56%, un bel salto rispetto al 76% del primo trimestre. La spiegazione è molto semplice: gli adolescenti non vogliono che i loro post possano essere visti da genitori, parenti ed estranei (sappiamo benissimo che tutto ciò che circola su facebook rimane sul web per almeno 90 giorni), mentre con tutte queste nuove applicazioni, e SnapChat in primis, si sentono più liberi e sicuri.
A proposito di sicurezza, non lasciamoci ingannare: tutto ciò che inviamo o condividiamo sul web, rimane sul web e, in ogni caso, tutti questi sistemi salva privacy sono altamente vulnerabili. Sono già in circolo vari sistemi per aggirare SnapChat: è possibile fare lo screenshot dell’immagine, anche se il mittente viene avvisato da una notifica; o, ancora meglio (o peggio…), Darren Jones ha progettato un’app, che ha appena lanciato per iOS 7, SnapHack Pro (0,99 euro), che permette proprio di conservare le immagini ricevute ma non ancore visualizzate. E il tutto all’insaputa del mittente. “Volevo dimostrare che nulla è al cento per cento sicuro una volta che è caricato su internet”, ha dichiarato Jones a Mashable.
Quindi fate molta attenzione a inviare foto o video intimi e soprattutto badate a “chi” li inviate, potrebbero mettervi seriamente nei guai e la cronaca di questi giorni ce ne dà un esempio lampante!