Jidka, l’interessante debutto discografico dell’artista italo-somala Saba Anglana, è un viaggio nel calore della tradizione africana.

[oblo_image id=”3″]Di madre somala e padre italiano, nata e cresciuta in Etiopia, Saba ha compiuto gli studi universitari a Roma, dove vive ormai da diversi anni. Sulla base di tale multiculturalità, l’artista traccia la linea del suo sentire musicale. Nella lingua somala linea è, per l’appunto, jidka, ma linea è anche quel muro d’indiferrenza razziale o xenofobia e quel confine che segna il limite del proprio egoismo: tutte riflessioni che alimentano il contenuto morale dell’album. saba racconta la separazione tra Etiopia e Somalia, tra bianco e nero, un’opposizione che lei stessa ha dovuto superare per acquisire la pienezza della propria identità umana e musicale.

Non ci si affida, però, solo alle parole per farlo, ma al potere unificatore della musica. Autrice e compositrice di tutti i brani in collaborazione con i musicisti Nsongan e Fabio Barovero, la cantante si muove con estrema familiarità in una zona di confine, un contenitore multietnico in cui confluiscono sonorità così ma che si fondono in maniera tanto naturale. Ecco, allora che si può udire la tradizione africana incontrare l’r&b, il soul e il black fusion, o le percussioni scandire l’attualità delle tematiche affrontate. In questa musica la cultura originaria e antica è l’eco di una dolce nostalgia che attraversa il mondo contemporaneo, un movimento circolare segnato dai ricorrenti suoni percussivi. Il timbro di Saba è un suono accogliente, carezzevole e quasi familiare. La lingua somala, costruita intorno a suoni dolci e particolarmente onomatopeici, allora non sembra più così sconosciuta.

Un lavoro discografico di pregio che si potrà assoporare live all’Init di Roma il 5 dicembre e che sta riscontrando l’apprezzamento della critica: il brano Le Temps passe è stato incluso nel III volume della raccolta Tracce, la compilation curata dalla nota rivista World Music e che descrive l’innovativo panorama della world music italiana.

Le Temps passe si conclude con una filastrocca che va sovrapponendosi ai morbidi movimenti della voce: il richiamo dell’infanzia, delle origini, dei legami familiari. Saba Anglana sta narrando la sua storia.

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