[oblo_image id=”1″] Da sempre le decisioni dei giudici creano polemiche. La maggior parte degli atleti penalizzati, si limita alle proteste verbali o a qualche accusa davanti alle telecamere. Qualcuno esprime il proprio malcontento con gesti più eclatanti. Proprio in questi giochi di Pechino si è assistito al grande rifiuto del lottatore Ara Abrahamian. Infuriato per la sconfitta in semifinale con il nostro Minguzzi – poi medaglia d’oro – ha abbandonato il podio lasciando per terra la medaglia di bronzo. Sono passate alla storia le urla di Vincenzo Nardiello che a Seul ’88 non riusciva a trovare pace dopo essere stato defraudato nel match contro il pugile di casa. Ma nessuno aveva mai osato come il cubano Angel Valodia Matos. Dopo aver osservato il verdetto del giudice che lo condannava ad un amaro quarto posto nella categoria 80 kg del torneo di takwondo, ha perso completamente il controllo passando dalle minacce alle vie di fatto. Si è diretto verso l’arbitro e lo ha colpito con un violento calcio rovesciato al volto. Un colpo anche elegante sotto l’aspetto tecnico, ma semplicemente inaccettabile nella rassegna olimpica. E così, a tempo di record, è scattata l’esemplare sanzione. Squalifica a vita: nessuna attenuante, nessuna clemenza. Da notare il comportamento dell’allenatore cubano che invece di placare l’ira del proprio atleta, continuava ad alzare i toni trasformando il tatami nel palcoscenico di una rissa da bassifondi di periferia. Sulle Olimpiadi si sta per chiudere il sipario. Alla luce di alcuni comportamenti e delle polemiche sempre più roventi, non è detto che sia un peccato.

Nel forum, il video dell’incredibile reazione di Angel Viadana Matos

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