Lupita Nyong’o : Oscar come miglior attrice non protagonista per la parte di Patsey in 12 anni schiavo
Lupita Nyong'o
Lupita Nyong’o

“Questo Oscar, tutto d’oro, serve a ricordarvi che ovunque siate nati, qualunque sia la vostra origine, avete sempre il diritto di sognare. E i sogni si realizzano”. Lupita Nyong’o , ventun anni appena compiuti, messicana all’anagrafe ma cresciuta in Kenya è la vera rivelazione della notte degli Oscar. Ha trionfato nella categoria attrice non protagonista con il ruolo di Patsey , in 12 anni schiavo, il commovente film diretto da Steve McQueen e tratto dall’autobiografia del 1853 Solomon Northup. Nella pellicola Lupita Nyong’o interpreta una bracciante che vive in condizioni particolarmente disagiate non solo per l’attività sfiancante cui si sottopone quotidianamente sia per il drammatico quadro familiare in cui è inserita.

Alla cerimonia di incoronazione ha incantanto per la semplicità dei gesti, per il sorriso solare, per l’orgoglio con cui ritmicamente alzava la statuetta quasi a invitare tutti a credere che ogni tanto le favole esistano anche nella realtà riuscendo a regalare un sapore ancora più dolce. Vincere un Oscar è per di sè un’impresa, riuscirci a 21 è qualcosa di sublime, farcela per un’attrice di colore è rarissimo. Prima di lei, c’erano riuscite Hattie McDaniel (miglior attrice non protagonista in Via col vento nel 1939) e Halle Barry (miglior attrice protagonista in Monster’s Ball nel 2013); ha lavorato con un cast straordario al fianco di stelle come Brad Pitt e Michael Fassbender senza smarrire la propria naturalezza. La stessa che le ha permesso di farsi conoscere al grande cinema ad appena vent’anni realizzando un documentario , In my genes , di cui è ideatrice, regista e protagonista.

Lupita Nyong’o Ha sbaragliato la concorrenza di Julia Roberts (I segreti di Osage COuntry), Jennifer Lawrence (American Hustle), Sally Hawkins (Blue Jasmine). Ha vinto perchè ha saputo far ciò che più conta al cinema e che è più difficile fare nella vita: emozionare. Ci è riuscita con quel sorriso infinito come l’Africa e con la semplicità di chi ha molto da insegnare credendo e facendo credere nei sogni.

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