Casa Cupiello
Casa Cupiello

C’è tempo fino al 20 dicembre per vedere al Piccolo teatro Grassi di Milano uno strepitoso Fausto Russo Alesi in scena con una rivisitazione originalissima di Natale in casa Cupiello.
Parliamo del capolavoro indiscusso di Eduardo che Alessi presenta “in solitario” senza interruzioni nell’importante teatro meneghino per il quarto anno consecutivo visto il grande successo delle rappresentazioni passate.
La scena e’ minima, un piano sospeso dove si trovano pochi oggetti essenziali, un piano da manovale con calcinacci quasi per auspicare una costruzione o una distruzione.
L’amarezza allegra di Eduardo, nell’interpretazione di Alesi esce fuori dirompente nella caratterizzazione di tutti i personaggi. L’attore modificando semplicemente la voce e la postura riesce a dar vita al dramma scanzonato di una commedia- tragedia che da trent’anni riempie i teatri di tutto il mondo.
Certo la lingua e soprattutto l’ironia napoletane aiutano, rendendo il messaggio più digeribile: il disfacimento dei valori della famiglia quasi un finale prevedibile che fa ridere.
Lucariello il capofamiglia trascorre le giornate prenatalizie a costruire “‘O presepe”, da presentare ai suoi cari il giorno di Natale.
La costruzione del presepe è per lui in quel momento l’occupazione più importante. Il Natale è un giorno aspettato dove riunire la sua famiglia intorno alla tavola, consegnare il suo regalo alla moglie e soprattutto mostrare il suo capolavoro.
Per Lucariello quindi il Presepe rappresenta il simbolo della sua tranquillità esistenziale e il risultato di quello che ha costruito nella vita. Ma purtroppo la vita non è mai perfetta e i calcoli non tornano mai. Quello che si pensa che sia in realtà spesso è in un altro modo e a volte può portare persino alla morte.
Attorno a Lucariello si muovono i membri della sua famiglia con vite, sentimenti e pensieri che non coincidono con quelli del capofamiglia, e che a lui sono tenuti accuratamente nascosti, come la relazione extraconiugale della figlia con un amico di Tommasino il secondo genito scansafatiche che per tutta la vita non ha mai apprezzato le azioni del padre, facendolo spesso dannare.
Il finale con la morte “per dolore” di Lucariello, se pur tragico, farà ancora una volta ridere il pubblico, perché la vita nella sua tragicità sa essere simpaticamente beffarda, come il grande Eduardo ci insegna.

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