[oblo_image id=”1″] Unimportante accordo siglato tra la GAM -Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino – Fondazione Torino Musei, Skira editore eil Musée d’Orsay di Parigi – con Danilo Eccher, Direttore della GAM, Massimo Vitta Zelman, Presidente diSkira, e Guy Cogeval, Presidente delMusée d’Orsay e dell’Orangerie – ha permesso di definire un progettoscientifico di grande valenza, che porta nel capoluogo piemontese una splendidamostra, davvero unica per la qualità delle opere presentate.

 

Il Musée d’Orsay e il Musée del’Orangerie, che conservano lacollezione più completa al mondo dell’opera di Renoir, hanno accettato diprivarsi per quattro mesi di una sessantinadi capolavori, per dare vita a una straordinariarassegna che documenta tutta l’attività di questo grandissimo pittore,testimoniando i momenti più significativi e le svolte che, partendo dagliesordi, hanno portato l’artista a fine carriera a un progressivo allontanamentodall’Impressionismo.

 

Lacuratela della mostra è affidata a SylviePatry, Conservatore Capo presso il Muséed’Orsay e grande specialista di Renoir, e a Riccardo Passoni, Vice Direttore della GAM di Torino.

 

Skira, in stretta collaborazionecon la Fondazione Torino Musei,produce la rassegna, curandone gli aspetti organizzativi e promozionali e nepubblica il catalogo.

 

Lamostra sarà allestita al primo piano della GAM, nella sala dell’Exhibition Area,all’interno del percorso delle collezioni permanenti, recentemente riallestitesecondo quattro nuovi percorsi tematici.

 

Anchedal punto di vista dell’allestimento la mostra avrà dunque il respiro, l’agio ela piacevolezza di una grande rassegna internazionale. Sarà esposta anche un’opera di proprietà della GAM: il Ritratto del figlio Pierre (1885),acquistato su interessamento di Lionello Venturi.

 

 

Con questa esposizione si vuolepercorrere la complessa evoluzione del percorso artistico di Renoir – attivo per oltre un cinquantennio tanto da produrreoltre cinquemila dipinti e un numero elevatissimo di disegni e acquerelli –, evidenziando la grande varietà e qualitàdella sua tecnica pittorica e i diversi temi affrontati.

 

[oblo_image id=”2″] Nell’arcodella sua vita, Renoir si misura infatti con la sperimentazione della pittura en plein air, fianco a fianco conl’amico e collega Monet, portando al tempo stesso a compimento opere in atelier. Dedicandosi anche allaritrattistica su commissione, è attorniato da una stretta cerchia di ammiratorie mecenati. A testimonianza del successo già raggiunto in vita, basti pensareal fatto che per il suo quadro MadameCharpentier con i figli (acquistato dal Metropolitan Museum of Art di NewYork nel 1907) venne pagato il prezzo più alto raggiunto in quegli anni da undipinto. È amico personale degli impressionisti – come Monet, Cézanne,Pissarro, Berthe Morisot, Sisley e Caillebotte, con cui discute di pittura eorganizza mostre – e incoraggia altri grandi artisti come Matisse, Bonnard,Maurice Denis. Tuttavia, la fama e il riconoscimento da parte dei suoicontemporanei gli arrivano solo all’inizio del Novecento.

Oggiè considerato uno dei maggiori maestri a cavallo tra il XIX e il XX secolo.

 

La mostra torinese si articola in novesezioni.

 

L’epocadella bohème. Ritratti reciproci a Parigi negli anni ottanta dell’Ottocento

Dopol’ammissione all’Ecole des Beaux-Arts nel 1862, Renoir conosce e frequentaAlfred Sisley, Frédéric Bazille e Claude Monet, con cui soprattutto condividesessioni di pittura en plein air aFontainebleau o alla Grenouillère nei dintorni di Parigi.

Sonodi questo periodo alcuni suoi ritratti di conoscenti e amici: William Sisley (1864), Frédéric Bazille (1867), Claude Monet (1875), esposti in questasezione con due opere dello stesso Bazille, il suo studio (1870) e un ritrattodello stesso Renoir (1867), e una di Monet, un paesaggio invernale di Honfleur(1867 circa). Qui anche due dei primi nudi di Renoir, tra i temi più cariall’artista, Il ragazzo con il gatto(1868) e Donna seminuda sdraiata: la rosa(1872 circa).

“Noi adoriamo le donne diRenoir” (Proust)

Sientra nel cuore della mostra con una galleriadi meravigliosi ritratti femminili, dove davvero risulta difficilescegliere tra Madame Darras (1868 circa),La liseuse (1874-1876), Giovane donna con veletta (1870 circa), Madame Charpentier (1876-1877), Donna dallo jabot bianco (1880), Fanciulla seduta (1909), sino alritratto di Colonna Romano (1913).Renoir sceglie le sue protagoniste da ogni estrazione sociale: borghesi,operaie, ballerine, tutte rivestite da una grazia speciale e da un’impalpabilebellezza che rievocano i modelli femminili dell’arte settecentesca. Si può direche Renoir inventi la donna dell’Ottocento, tanto da far scrivere a Proust: “Desfemmes passent dans la rue, […] ce sont des Renoir”.

“ilmestiere di paesaggista” (Renoir)

La collezione di opere di paesaggio diRenoir del Musée d’Orsay è probabilmente la più bella al mondo. Questa sezionene presenta dieci, che ripercorronoun esteso arco cronologico, comprendente il viaggio ad Algeri effettuatodall’artista nel 1881. Relative a questo soggiornonordafricano troviamo esposte: Campodi banani, Paesaggio algerino, lagola dela donna selvaggia e Lamoschea, detto anche Festa araba,dove Renoir dipinge palme baciate dal sole, giardini privati e orti dal saporeesotico. Le altre tele rappresentanosplendide vedute dove si percepisce la grande attrazione del maestro perl’acqua, il verde e i giardini, fonte continua di ispirazione, per lacrescita perenne delle piante e quella che definiva la loro intrinseca“irregolarità”, che considerava sacrosanta rispetto alla natura domatadall’uomo: Chiatte sulla Senna(1869), Il Pero d’Inghilterra (1870circa), La Senna ad Argenteuil(1873), Sentiero nell’erba alta(1876-1877), La Senna a Champrosay(1876), Ponte ferroviario a Chatou, anchedetto I castagni rosa (1881) sino a Paesaggioa Cagnes (1915 circa), dipinto dalla celebre tenuta “Les Collettes” inCosta Azzurra, dove Renoir si rifugiò alla fine della sua vita per trovare unclima mite che lo curasse dalla grave patologia reumatoide che lo affliggeva.“L’ambiente circostante esercita su di lui un’influenza enorme – diceva diRenoir il fratello Edmond – si lascia trascinare dal soggetto e soprattutto dalluogo in cui si trova.” L’artista stesso diceva di apprezzare i dipinti “che mifanno venir voglia di passeggiarci dentro”.

Infanzia

I bambini, spesso i suoi figli o figli di amici, sono molto presenti nell’opera di Renoir.Queste nove opere esposte fanno a gara con i ritratti femminili nel regalarciistantanee di volti infantili carichi di poesia: dal bellissimo pastello sucarta Ritratto di ragazza bruna, seduta conle mani incrociate (1879), al dipinto FernandHalphen bambino (1880) in un serioso ritratto abbigliato da marinaretto,dalla deliziosa Julie Manet, detto ancheBamnina con gatto (1887) a una tenera Maternità,detto anche Il bambino al seno (Madame Renoir e suo figlio Pierre) (1885),dal Ritratto del figlio Pierre(1885), come si diceva dalla collezione della GAM, a un altro delicato pastelloRitratto di bambina con charlotte, dettoanche Busto di bambina con cappello (1900 circa), al celeberrimo Il clown (Ritratto di Coco) (1909), dicui lo stesso Claude, il figlio effigiato, ricorderà la tormentata genesi,dalla romantica Ragazza con il cappellodi paglia (1908 circa) alla incantevole GenevièveBernheim de Villers (1910).

La“fortunata ricerca della dimensione moderna” (Zola)

Quitroviamo cinque opere dedicate a unospaccato della società moderna e ai nuovi divertimenti dei parigini, daiballi alle escursioni in campagna: inarrivabile è L’altalena (1876), dove le magnifiche figure della donna, delgiardiniere e della bambina accanto all’altalena si stagliano in un giardinodai colori vivissimi. I tocchi di colore stesi per piccole macchie

rendonol’effetto della luce solare filtrata attraverso le foglie, creando un’atmosferadi vibrazione cromatica e luminosa, che ne fa una delle massime espressionidella pittura impressionistica en pleinair. Da questo capolavoro, il grande scrittore Emile Zola – che incontravaRenoir nel salotto di Madame Charpentier, moglie del suo editore – trasseispirazione per un brano del romanzo Unapagina d’amore, ambientato in un giardino primaverile. Altro incantevoleritratto femminile esposto è AlphonsineFournaise (1879), mentre i celebri Danzain campagna e Danza in città(1883) ritraggono mirabilmente due coppie in momenti spensierati del loro tempolibero.

Aproposito delle Ragazze al piano

Ilceleberrimo capolavoro Ragazze al piano(1892) è stato il primo dipinto di Renoir a entrare nelle collezioni di unmuseo francese. Accanto ad esso è esposta un’altra splendida tela: Yvonne e Christine Lerolle al piano(1897-1898 circa) e un soggetto legato alla musica: il famoso ritratto di Richard Wagner, ritratto a Palermo nelcorso di un memorabile incontro traRenoir e il compositore tedesco (1882).

“Bello come un dipinto difiori” (Renoir)

Piccola sezione di opere straordinarie: i bouquet di Renoir sono magistrali nella tecnica enei colori, è uno dei temi dove l’artista sperimenta maggiormente. “Quandodipingo fiori – dichiarava – sperimento audacemente tonalità e valori senzapreoccuparmi di rovinare l’intera tela; non oserei fare lo stesso con una figura.”La varietà di sfumature nei colori èdavvero impressionante: Renoir gioca con la tavolozza, con pennellatemorbide e delicate, evocando i profumi dei fiori che a loro volta rimandano asensazioni e ricordi.

“Ilnudo, una delle forme indispensabili dell’arte” (Renoir)

È una sezione capitale della mostra, conopere fondamentali nella carriera di Renoir, che aveva sempre manifestato un profondo interesse per l’arte italianarinascimentale, ammirando le opere di Raffaello, Tiziano, e il barocco nordicodi Rubens, da cui assimila le forme morbide e languide e un cromatismo pieno,che fanno parte della sua cifra stilistica riguardo al modo di trattare lafigura femminile.

“Guardoun nudo e ci vedo miriadi di piccole tinte. Ho bisogno di scoprire quelle chefaranno vivere e vibrare la carne sulla tela” – affermava il pittore.

In mostra, cinque tele spettacolari,tutte dipinte nell’ultimo periodo della sua vita, tra il 1906 e il 1917: Donna nudadistesa (Gabrielle) (1906), Grande nudo,detto anche Nudo sui cuscini (1907), Latoilette: donna che si pettina) (1907-1908), Nudo di donna visto di schiena, anche detto Riposo dopo il bagno(1909), Odalisca che dorme, anche dettoOdalisca con babbucce (1915-1917). Euna imponente scultura in bronzo, l’unica opera plastica in mostra, L’acqua, anche detto Grande lavandaiaaccovacciata  (1916-1917).

Iltestamento delle Bagnanti

All’ultimofondamentale capolavoro di Renoir, Bagnanti(1918-1919), è dedicata la “chiusura” della mostra. Il quadro è emblematicodelle ricerche effettuate dall’artista alla fine della sua vita. Qui vi celebrauna natura senza tempo, da cui ogni riferimento al contemporaneo è bandito. Lebagnanti sono da considerarsi il testamento pittorico di Renoir. È inquesto spirito che i suoi tre figli hanno donato il quadro allo Stato francesenel 1923. Le due modelle sdraiate in primo piano e le tre bagnanti sullo sfondodella composizione hanno posato nel grande giardino di ulivi a “Les Collettes”,la tenuta del pittore a Cagnes-sur-Mer nel Sud della Francia. Il paesaggiomediterraneo riporta alla tradizione classica italiana e greca, quando “laTerra era il paradiso degli dei”. “Ecco quello che voglio dipingere”, dicevaRenoir. Questa visione idilliaca è sottolineata dalla sensualità delle modelle,dalla ricchezza dei colori e dalla pienezza delle forme. Queste figure devonoanch’esse molto ai nudi di Tiziano e Rubens, tanto ammirati da Renoir. Fannotrasparire un piacere di dipingere che la malattia e le sofferenze del pittorealla fine della sua vita non hanno sconfitto.

Inmostra sono esposti anche gli strumentidi lavoro dell’artista: tavolozza,scatola di colori, pennelli, inseparabili attrezzi del grande maestro. Sinoall’ultimo aveva lavorato alle sue Bagnanti,facendosi legare i pennelli alle dita ormai deformate dall’artrite reumatoide.Renoir muore il 3 dicembre 1919, ucciso da un’infezione polmonare; la seraprima di morire pronuncia queste parole: “Forse adesso incomincio a capirequalcosa”. Dopo neppure due mesi muore anche Modigliani, che Renoir ricevevaspesso nel suo studio. Il mondo dell’arte perde così due straordinariinterpreti.

Accompagnala mostra una pubblicazione edita daSkira che presenta, oltre alle riproduzioni delle opere in mostra, diversi contributi critici. Inparticolare, Sylvie Patryapprofondisce il lungo e complesso percorso stilistico di Renoir. Il contributodi Riccardo Passoni è invecededicato alla presenza di Renoir alla Biennale di Venezia del 1910 – dovevennero esposte trentasette sue opere – e all’influenza che tale partecipazioneebbe su alcuni grandi artisti italiani come Boccioni, Carrà, Soffici, Morandi eDe Chirico, che intorno al 1930 si lega stilisticamente alla poetica del grandemaestro francese e di cui troviamo esposta Bagnanteal sole (Arianna abbandonata) (1931 circa) in un confronto serrato conl’opera di Renoir. Un altro testo, a cura di Augustin De Butler, è destinato invece a ripercorrere l’interessedell’artista per l’arte italiana durante il suo viaggio nel nostro Paese.

Rappresentare la bellezza, sorprenderecon luce e colore, ritrarre la vita della propria epoca con un delicatorealismo, sono elementi chiave della filosofia pittorica di Renoir, che ne fanno ancora oggi uno dei pittori più amatidal pubblico.

Lamostra di Torino vuole essere un omaggio alla sua arte e un’occasioneirripetibile per ripercorrerne la vicenda artistica e umana, e permette diammirare opere straordinarie, la maggior parte delle quali mai esposte inItalia.

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