Riflettevo su come i sogni si realizzino in modi inaspettati. Da bambina desideravo lo scoppio di una guerra così da potermi arruolare come soldato e combattere per il mio Paese. Essere un pendolare in questa città era come essere parte di un esercito. Uomini e donne camminavano in questa città con sguardi decisi, concentrati. Maria diceva che i treni locali le ricordavano quegli slogan che sentivamo nel nostro college giù al sud. Lavoratori di tutto il mondo unitevi. Noi ci univamo nel treno

[oblo_image id=”1″]Dedicato ai pendolari di tutto il mondo esce per I tipi di Intermezzi editore il romanzo “Gente di Mumbai” di Munmun Gosh. Un romanzo fin dalla dedica universale, che si occupa di povertà e miseria indiana, di gente che viene sballottata di qua e di là nel grande oceano del mondo sociale e lavorativo, rappresentando un continente unico, avvolto nelle sue mille sfaccettature umane.

Munmun Gosh presenta un romanzo solido, magmatico, tradizionale nel corpo narrativo ma presentato con la voce originale degli umili, che non cede nel raccontare, mantenendo la tensione, la densità proprio come nella vita degli ultimi.

L’autrice ci propone una storia simile ad una divinità indù, un unico corpo e mille facce, mille visi che si incontrano e si scontrano, in storie che oscillano lungo il pendolo ferroviario dei lavoratori fuori sede. Sogni, o meglio preghiere a questa Divinità/Storia che fagocita tutto, siano essi desideri di maternità o di scrivere una canzone di successo, per poi essere portati a terra, schiacciati in questa religione di prosa dove un barattolo di sottoaceti è l’ago dell’universo familiare, dove chi fa distinzione tra prima e seconda classe trova solo escrementi come accoglienza.

Un universo che funziona a legami, incatenato alle tradizioni, costretto com’è su due lunghi binari da pendolari della vita.

Munmun Ghosh, è originaria di Calcutta. Nata in una famiglia di musicisti, è esperta suonatrice di sitar. Vive a Mumbai, dove lavora come giornalista e editor. Gente di Mumbai è il suo primo romanzo.

www.intermezzieditore.it

Advertisement