[oblo_image id=”1″] Che cos’è la gaffe? Questa semplice domanda ha spinto Giuseppe Manfridi a compiere un intrigante viaggio scegliendosi come compagni d’avventura filosofi, poeti, autori teatrali o anonimi protagonisti di queste situazioni tanto emblematiche quanto paradossali. Se l’etimologia del vocabolo “gaffe” va cercata nel provenzale gancio – una sorta di uncino che facilitava la manovra di ancoraggio della nave – ben presto il termine ha assunto un’accezione metaforica senza tuttavia approdare ad una definizione concorde.
Lo stesso Manfridi non accoglie pienamente l’interpretazione di Freud come disvelamento di una reticenza. Propone invece un’accurata classificazione delle differenti tipologie e sotto categorie di gaffe. Vengono passati in rassegna illuminate osservazioni a riguardo: dalla filosofia del linguaggio di Wittgenstein ad autori come Wilde, Rostand, Ibsen o Shakespeare. Ma il libro non disdegna digressioni più leggere. Aneddoti quotidiani esemplificano le “qualità” del perfetto gaffeur: tanta distrazione spesso velata da un latente sadismo. Rimane irrisolto invece il dubblio amletico se siano più gravi le conseguenze per chi è vittima di una gaffe altrui o per l’involontario colpevole che la commette. L’umiliazione o l’imbarazzo che ne derivano possono compromettere relazioni stabili, opportunità di carriera, amicizie consolodate da anni. La conclusione comunque invita ad una sorta di serena rassegnazione: nessuno può ritenersi immune da questo “virus” che può colpire con la stessa facilità nel salotto di casa o in ufficio, durante una cena galante o una riunione familiare. Manfridi tratta l’argomento con la consueta profondità lasciando trasparire la sua anima di grande commediografo: l’ironia è lo sfondo di un libro dallo spiccato contenuto sociologico. Ne scaturisce un testo graziosissimo che elargisce con equilibrio momenti d’ilarità e di riflessione.
Titolo: Quadernetto sulla gaffe
Autore: Giuseppe Manfridi
Editore: Gremese