Realizzata in collaborazione con Hervé Chandès, direttore della Fondation Cartier pour l’art contemporain, la mostra “The Air is on Fire” di David Lynch è il risultato di una ricerca artistica iniziata fin dagli anni del liceo e mai esauritasi. Curata e allestita dall’artista stesso, questa monografica si presenta al pubblico come un’apparentemente casuale disposizione di oggetti d’arte, che invece invita lo spettatore a cercare il filo conduttore delle opere disseminate lungo il percorso espositivo.

Nonostante il suo nome sia comunemente legato ai mondi del grande e del piccolo schermo (come non ricordare, tra i tanti capolavori, Elephant man e Twin peaks?), il ruolo svolto dalla pittura non ha certamente avuto una parte secondaria nella vita del regista americano, e non solo per il fatto di aver frequentato le migliori scuole d’arte statunitensi. Leggendo alcune sue dichiarazioni, si puó infatti comprendere come l’arte rappresenti la parte piú intima, quasi privata, del genio di Lynch: «Un quadro offre lo spettacolo di una sola immagine a cui manca la parola, lascia libertà d’interpretazione […]: le sensazioni, le emozioni provate non vengono di solito esternate. Del film appena visto se ne discute per condividerne la vicenda e commentarla». L’arte è quindi per Lynch un modo per esplorare se stessi attraverso la solitudine e la riflessione, mentre il cinema è una manifestazione corale e di squadra.

[oblo_image id=”2″]Nelle sue opere (quadri, installazioni, schizzi, fotografie) riemergono le peculiarità di parte dell’arte moderna del XX secolo, in particolar modo “germi” espressionisti e surrealisti. L’arte di Lynch, cosí come quella di questi gruppi novecenteschi, mira a restituire la condizione tragica e inquieta dell’uomo, attraverso la deformazione della figura umana nell’inumano e la contestualizzazione degli eventi in ambienti cupi, onirici, talvolta inquietanti. Lampante esempio di questo “neo-espressionismo” (mi si passi il termine un po anacronistico) è certamente la serie dei Distorted nudes presente a Milano, fotomontaggi digitali realizzati da vecchie foto erotiche che completano il percorso artistico ideato da Lynch, iniziato con schizzi tratteggiati su fazzoletti di carta o nei taccuini per gli appunti, quasi a voler sottolineare con incisività come la creatività sia un qualcosa di assolutamente irrazionale, che puó mostrarsi in ogni momento e in ogni luogo.

La mostra, pensata anche come un omaggio alla carriera di Lynch nella sua totalità, comprende una saletta cinematografica con una selezione di animazioni e film sperimentali realizzati dal regista, che cercano (riuscendoci) di comunicare con le altre opere presenti.

David Lynch
“The Air is on Fire”, Triennale di Milano.
9 ottobre 2007 – 13 gennaio 2008.

La mostra David Lynch. The Air is on Fire è stata ideata e realizzata su iniziativa della Fondation Cartier pour l’art contemporain.

A cura di Hervé Chandes con
Hélène Kelmachter e Ilana Shamoon.
Ingresso: 8 € – 6 € – 5 €
Orario: 10.30-20.30, lunedì chiuso.

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