[oblo_image id=”2″]Lei è Carolina Crescentini, molti la definiscono la Uma Thurman italiana, e a dire il vero una certa somiglianza… fisica c’è. Anche lei èbionda e dal fascino un po’ ambiguo, per il resto non so, se il paragone sia azzeccato.Ospite dellarassegna, “I nuovi volti del cinema italiano” alla Casa del Cinema di Roma, Carolina Crescentini si è presentata al pubblicodopo la proiezione del film che l’ha lanciata, “Notte prima degli esami, oggi” di Fausto Brizzi. Un film importante per lei, nel quale si è tuffatarischiandoil confronto con il grande successo del precedente “Notte prima degli esami”. Poi si è cimentatanel ruolo, decisamente più cupo e sofferto della protagonista di “Cemento armato”, ed oggi è reduce dal successo, non privo di critiche e polemiche del film di esordio alla regia di Silvio Muccino “Parlami d’amore” nel quale ha vestito ipanni di una sensuale, quantodura dark lady. Ora l’aspettiamo al varco, il 24 aprile uscirà nelle salel’ultimo film di Giuliano Montaldo “I demoni di Sanpietroburgo” nel quale interpretaAnna, una tenera ragazza russa. Carolinaè fresca, allegra, e direi, anche un tantino “gasata”. Insomma per capirci, si atteggia un po’ a diva.

Il film di Fausto Brizzi è stato il tuo primo film da protagonista, non hai avuto paura del confronto visto il successo del primo “Notte prima degli esami”? Neanche troppo, poi ero troppo emozionata per pensarci, visto che era la prima volta che qualcuno mi dava una grande opportunità. Non ho pensato al paragone con chi mi aveva preceduta, anche perché il mio personaggio, Azzurra, non ha niente a che vedere con la protagonista di Notte prima degli esami.

Nel cinema spesso si tende a identificare gli attori con i loro ruoli. Tu, sei all’inizio certo, ma ti sei già trasformata più volte, anche fisicamente. Dalla bionda e tenera Azzurra, alla bruna di “Cemento armato”. Ti piace cambiare? Azzurra è un po’ la mia maschera. Sono io quando mi voglio difendere. Del mestiere dell’attore adoro proprio il trasformismo, anche se credoche in ogni personaggio ci sia un po’ di me stessa. Il bello di questo mestiere è proprio legato al fatto che i personaggi che interpreti di costringono a fare i conti con te stessa, anzi con le parti di te più nascoste e sopite.

Che ci dici di Benedetta, la protagonista dell’ultimo film di Muccino? Anche lei ti assomiglia? Benedetta all’inizio non mi piaceva affatto, non le credevo, come donna, intendo. Ho voluto interpretarla perché ero attratta dall’idea di “tradirla” in qualche modo, e l’ho interpretata inmodo che dal mio sguardo si riuscisse a capirlo. Poiovviamente mi sono affezionata a lei, anche perché da donna mi piacerebbe aiutare le Benedette che ci sono in giro, perché ce ne sono tante di donne che vivono ispirandosi a delle icone, e spesso eccedono nei loro comportamenti. Lei è una sorta di Kate Moss all’italiana… ma lei non è così, anzi… quando si apre, ed è vera,è davvero viva.

Il 24 aprile uscirà il film di Giuliano Montaldo “I demoni di Sanpietroburgo”, di cui la protagonista.E’ tutta un’altra storia, siamo nel 1800, e per giunta in Russia, com’è la tua Anna? Anna è l’incarnazione della purezza. Ecco, se Benedetta vive con una maschera, Anna, diciamo, che non ne ha bisogno. Anna è una donna stupenda. Di più non posso dire, me l’hanno vietato prima dell’uscita del film.

Tu finora avevi lavorato con dei giovani registi, qual èla differenza fra loro e un maestro come Giuliano Moltando? Anche solo fare il provino con lui è stata una cosa stupenda. Sono entrata in una casa dove si sentiva davvero l’odore del cinema, quello vero, intendo. Lavorando con lui ho provato qualcosa di veramente grande, e non so se mi capiterà ancora una sensazione del genere, me lo auguro, ma insomma, non sarà facile. Moltaldo non è solo un maestro, è una persona speciale, con un energia incredibile. Io ho desiderato fare cinema proprio nutrendomi dei film suoi e di altri grandi maestri.

Hai avuto subito, al primo film, un grande successo di pubblico, ma dove nasce la tua carriera di attrice? Io in realtà volevo scrivere, poi proprio per imparare a farlo ho cominciato a frequentare tutti i corsi possibili e immaginabili, finendo per iscrivermi ad una scuola di teatro, ed è lì che è scoccato qualcosa in me.A quel punto hopensato diprovare a iscrivermi al Centro Sperimentale di Cinematografia, non osavo farlo prima perchè loritenevo essere un luogo per “raccomandati” ed invece, io insieme a treamiche, siamo state prese, sfatando questo mito della raccomandazione. Frequentarloè stato fondamentale, una vera scuola.Ma credo che nel mio caso abbia contato molto anche, quella che io definisco la “tigna”. La scuola mi è servita, anzi è stata indispensabile per imparare la disciplina di questo mestiere, mi ha insegnato a tenere il mio posto, mi ha insegnato un metodo… e tante altre cose. Ma al di là di tutto, c’è sempre bisogno di qualcuno che scommetta su di te. E in questo devo dire grazie a Brizzi.

Tu sei diventata in breve tempo nota al grande pubblico, qual è il tuo rapporto con la stampa e con il pubblico in generale? Il mio è un rapporto di disponibilità e di rispetto. Certo all’inizio leggevo tutto, ma prorpio tutto, poi ho un po’ smesso di farlo. Oggi, per esempio, non apro più Internet, perché sono una iperemotiva e somatizzo tutto. Quindi le critiche le leggo, mi piaccio i miei piantini, ma le trovo utili solo quando sono oneste, spesso trovo che ci sia un certo pressapochismo in quello che si scrive.

Il tuo sogno nel cassetto, come attrice, qual è? Se lo dico non si avvera! E così che vuole la tradizione… diciamo che vorrei poter aver ancora una chance come quella di Montaldo.

Che tipo di spettatore sei? Quali sono le tue preferenze in fatto di film? Adoro tutti quelli che aprono una porta e ti portano da un’altra parte… del mondo, o della vita. Per me, un film deve essere anche una sorta di “esperienza”. In Italia mi piacciono Soldini, Sorrentino… ho amato molto “Nuovo mondo” di Crialese. Poi da buona romana adoro Verdone.

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