Senna in Williams: a sentirlo dire, fa un certo effetto.

[oblo_image id=”1″] Eppure è quello che accadrà nel prossimo mondiale con Bruno, nipote della leggenda Aytorn, pronto ad affrontare l’annata più importante di una carriera che finora non ha ancora espresso tutto il proprio potenziale. Già nel 2011 era stato ingaggiato ma con un ruolo marginale: ora la scuderia ha deciso di dargli fiducia promuovendolo a pilota ufficiale al fianco di Pastor Maldonado.

È una sensazione splendida e voglio sfruttare quest’opportunità. Non è facile fare previsioni prima dell’inizio del campionato, ma il mio obiettivo è di spingere la macchina al 100%”. Un’eredità più che ingombrante, quasi impossibile da sostenere…a meno di avere l’umiltà necessaria per scansare ogni possibile raffronto: “Mio zio mi ha trasmesso la passione per il mondo delle corse e sono orgoglioso di poter correre su una vettura che è stata guidata anche da lui. Ma devo pensare solo al presente: a migliorare la macchina lavorando a stretto contatto con la squadra. Stiamo lavorando sia sull’affidabilità sia sulla competitività nella speranza di farci trovare pronti già all’esordio”.

Una sfida impegnativa ma terribilmente affascinante che dovrà scacciare i dubbi su un pilota e su una scuderia reduci da un periodo ricco più di delusioni che di successi: “Sento che si sta instaurando il feeling giusto con il team per fare bene: non è tempo di promesse, però, ho la convinzione i poter fare bene”.

Una serie di incroci straordinari: guidare la vettura che è risultata fatale alla più grande leggenda della F1 moderna sostituendo un altro totem brasiliano come Barrichello. Bruno Senna non si preoccupa del passato e si gode l’attaccamento del pubblico carioca: “So che in Brasile c’è grande attesa per quello che saprò fare: è una pressione che mi carica. Spero di soddisfare tutti coloro che fanno il tifo per me”.

Ancora poche settimane e la parola passerà alla pista: nel frattempo la F1 trova un personaggio suggestivo e carico di appeal. Se ne sentiva il bisogno dopo un mondiale caratterizzato da un’egemonia tanto evidente da risultare noiosa.

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