[oblo_image id=”1″] In un quadro tipicamente suggestivo e raffinato come meglionon avrebbe potuto essere, la Reggia di Venaria e l’evento 150 ANNI DI MODA INITALIA si fondono in una cornice straordinaria, inedita e irripetibile relegandola citta’ di Torino agli antichi splendori  e come moderna leadership nel campo della storiadella moda in Italia in occasione delle celebrazioni del 150 anniversario dell’Unita’d’Italia. L’idea di realizzazione e’ nata da un incontro fra Alberto Vanelli,  Direttore della Venaria Reale e  Dino Trappetti, Presidente dell’alloranascente Fondazione Tirelli Trappetti : “Vanelli espresse il desiderio di realizzareun evento con la Tirelli-Costumi per celebrare Italia 150 e insieme concordammoun titolo, 150 ANNI DI MODA IN ITALIA data l’immensa quantita’ di abitiautentici  della collezione Tirelli orapassata alla  fondazione Tirelli-Trappetti.  Tirelli fu un grande ricercatore e archeologodella moda (oltre ad essere quel sarto geniale che tutti conoscono) e la primacosa che mi venne in mente fu l’abito del 1867 circa appartenuto alla Contessadi Castigliane (che Tirelli  acquisto’ adun’asta a Parigi. Vanelli esulto’: era la partenza per la mostra.  Chiesi a Gabrialla Pascucci di esserne lacuratrice e lei accetto’ con entusiasmo,  poi di comune accordo pensammo che  per la moda dal 1970 in poi servisse  una persona di grande conoscenza edesperienza ed allora chiesi a Franca Sozzani  (Direttrice Vogue Italia) che accetto’ congrande entusiasmo di ricoprire l’incarico di curatrice dal 1970 al 2010. Percompletare l’opera si chiesero dei prestiti al collezionista costumista MassimoCantini Parrini e alcuni pezzi all’Istituto Passoni di Torino”. Sicuramente lepremesse furono ottime e permisero di gettare le basi per farsi’ che l’eventodiventasse realta’, anche approfittando della concomitanza dell’anniversario di nascita del nostro Paese:  si presenta  cosi’  l’eventoespositivo che dal 17 settembre all’8 gennaio 2012 si terra’  nella nuova  “sala delle arti”  della rinata Reggia di Venaria, statistichealla mano quinto sito culturale piu’ visitato d’Italia dal 2007, data della suainaugurazione, ad oggi. Mai come in questa occasione, l’imponente raffinatezza  e l’eleganza della Reggia  sposano perfettamente la moda,  intesa come vettore in grado di fornire  una chiave di lettura con punti di vistaprivilegiati  per osservare la nostrarealta’ nazionale:  e’ infatti convettoredi abitudini, attese, contrasti, ricerche,  ma anche riflesso diretto di vicende storiche,sociali, politiche, culturali e di costume del nostro Paese. Calandoci adesso nellasua realta’,  la mostra si diparte comeun lungo e affascinante percorso tra storia e immaginario, tra cinema romanzo eattualita’ presentando abiti autentici appartenuti a personaggi storici  che con il loro stile hanno segnato il gustodi un’epoca (come Gabriele d’Annunzio, la Regina d’Italia Elena, Eleonora Dusee Lina Cavalieri) ma anche celebri abiti di scena come le splendide creazionidi Pietro Tosi per il genio di Luchino Visconti  con il bianco abito da ballo di Angelica ne ilGATTOPARDO,  interpretata magistralmenteda Claudia Cardinale;  quello dellatragica Livia Serpieri  di SENSO  cui diede volto Alida Valli,  e le vesti di Silvana Mangano per MORTE AVENEZIA;  il celebre e discusso pretinopensato dalle sorelle Fontana per Ava Gardner e poi reinterpretato da PieroGherardi  per Anita Ekberg  de LA DOLCE VITA, le scarpe realizzate daFerragamo per Marilyn Monroe.  I quasi200 abiti esposti raccontano la storia della moda in Italia dal 1861 a oggianche se solo dal secondo dopoguerra si puo’ parlare di “moda italiana” vera epropria, capace di coniugare antica  tradizione artigianale e moderna industria.   Prima di allora, durante il Regno d’Italia,  pur non mancando tentativi di affermazione diuna moda nazionale, restava la Parigi del secondo impero di Napoleone III e diEugenia, il punto di riferimento ed il modello imprescindibile.  Non a caso, in quel periodo,  il piu’ importante centro della moda in italiafu proprio Torino, da sempre porta naturale verso la Francia.  Nel ventennio fascista la volonta’ diemanciparsi e smarcarsi dall’influenza transalpina fu notevole, ma conrisultati contraddittori, tra nazionalismo propugnato e cosmopolitismo  insito nell’essenza stessa della moda:  fu dunque con la Repubblica che nasce la veramoda italiana. Determinanti in questo senso furono le sfilate organizzate aFirenze  dal marchese Giorgini a partiredal 1951 dalle quali sarebbe poi scaturita un’autentica epopea di crescita esuccesso che continuera’ successivamente a  Roma in sinergia con il mondo del cinema deglianni sessanta e poi a Milano, sede creativa del “made in italy” e indiscussacapitale della moda a partire dagli anni  settanta in poi.    Per questi motivi il percorso espositivodescrive un secolo e mezzo di storia della moda secondo due macrosezioni che sisviluppano su due piani, inaugurando per l’occasione i nuovi spazi espositividelle sale delle arti della Reggia, corrispondenti a due momenti diversi  delle vicende della moda in Italia.   I SEZIONE  riguardante il periodo compreso dalla nascita dello stato unitario aquella della moda italiana ed e’ messa in scena da Gabriella Pascucci, costumistacinematografica e premio oscar: la sezione si apre con un abito da sera sipensa appartenuto alla Contessa di Castigliane per approdare agli abiti diPucci e delle sorelle Fontana, in quella che fu la gloriosa stagione della  haute couture degli anni sessanta  e da dove si puo’ ammirare tutto l’evolversidel gusto e dello stile, soprattutto femminile, con continui cambiamenti eripensamenti.  Una variazione perenne purcon linee di continuita’, che conduce nel tempo alla comparsa di veri e propriatelier nazionali in luogo delle vecchie sartorie locali.   II SEZIONE  interessa il periodo dagli anni settanta del novecento ai giorni nostried e’ frutto delle scelte e del gusto di Franca Sozzani , direttrice di Vogue Italiae,  come gia’ evidenziato,  co-curatrice della mostra nel periodointeressato.  Questo periodo evidenzia unsodalizio cruciale in cui nasce e si impone in tutto il mondo il fenomeno dell’”italian style” e del “made in italy”che ha modificato fortmente l’immagine del belpaese ed ha reso la moda uno deiprincipali comparti dell’economia italiana.  Tale sezione evidenza anche la nuovagenerazione di stilisti:  il percorsoinizia  all’indomani dell’esplosivaspinta dinamica e dialettica impressa dal 68’ che aveva consentito ilribaltamento di codici e certezze anche in fatto di stile e gusto del vestireche sembravano prima di allora inscalfibili, continuando con il pret a porterdegli anni ottanta per arrivare fino ad oggi tra spinte contrastanti diopulenza e minimalismo, mentre nel frattempo la moda diventa un fenomenoprettamente italiano e industriale caratterizzato dalla flessibilita’ applicataall’inventiva,  alla serialita’ e appuntoall’industria. Presenti tutti i grandi protagonisti dell’italian style,  Giorgio Armani, Valentino, Versace, Ferre’, Krizia,Moschino, Dolce&Gabbana,  Gucci, Ferragamo,Fendi, Blumarine, Roberto Cavalli, Miuccia Prada, Alberta  Ferretti e Max Mara per citarne alcuni.  Per la citta’ di Torino, da sempre crocevia elaboratorio dei grandi cambiamenti che hanno caratterizzato la storia italiana,puo’ considerarsi come una grande soddisfazione ed un ritorno alle origini, maanche un punto di ripartenza per una sempre maggior competitivita’ in camponazionale ed internazionale, riflettendo come sia cambiato il suo ruolo equanto sia importante il suo apporto alla nazione intera in un momento cosi’difficile e denso di cambiamenti.

PER INFORMAZIONI: 

011 4992333

prenotazioni@lavenariareale.it

www.lavenariareale.it

www.italia150.it

Advertisement