De Niro-Stallone , Toro Scatenato-Rocky. Detto così sembra funzionare, il problema è quando si vogliono mescolare le carte. Difficile scrivere la recensione Il grande match per chi ha negli occhi le immagini dei capisaldi da cui è tratto. Un film che tenta un esperimento bizzarro: un doppio remake in un colpo solo. Due pellicole divenute cult non soltanto per gli appassionati della nobile arte del pugilato che vengono “fuse” per organizzare un incontro che sia la resa dei conti tra i due protagonisti. E’ bene premettere che nella pellicola non manca affatto una dose abbondante di ironia: le scazzottate perdono la drammaticità dei tempi d’oro e assomigliano al massimo alle scene che hanno reso celebri Bud Spencer e Terence Hill. Si vedono questi due “vecchietti” che spinti dall’orgoglio e dalla volontà di sopraffare l’avversario, non resistono alla tentazione di sfidarsi per un’ultima volta. Il grande match nasce dall’idea di un manager che per fare soldi propone un combattimento a due straordinari ex pugili, amati dal pubblico, a distanza di trent’anni dal ritiro delle scene. Il retrogusto amaro che si sente vedendo la proiezione è che anche la produzione del film sia stata mossa più dalla convinzione di fare incassi facili con un cast di grido piuttosto che dalla volontà di replicare la qualità dei capolavori predecessori. Non è un film da buttare ma quando uno legge i nomi di De Niro Stallone, Kim Basinger per la regia di Segal, non si accontenta di una commedia come tante e un pò raffazzonata dove ci si emoziona più pensando a ciò che è stato anzichè a ciò che è ora davanti ai propri occhi. Il grande match è consigliabile ai “nostalgici” di Toro Scatenato e Rocky: per i più giovani, il suggerimento è di ripescare le pellicole originarie. Non ci saranno effetti speciali, ma almeno le emozioni suscitate saranno autentiche.
