[oblo_image id=”1″] La corsa è sempre la stessa. Inconfondibile, rotonda quasi musicale. Il braccio sinistro un pò ricurvo oscilla come quando da bambino tenevai libri percorrendo 10 km per andare a scuola. Da allora di strada ne ha fatta tanta, Haile Gebrsellasie, fuoriclasse assoluto dell’atletica leggera dell’ultimo ventennio. Dopo aver conquistato tutto ciò che era possibile su pista, ha deciso di dedicarsi alla maratona per emulare il suo idolo da ragazzo: il connazionale Abebe Bikila, l’outsider che vinse a Roma a piedi scalzi. Siccome è abituato a fare le cose per bene, Gebrsellasie domina anche sulla distanza più lunga ed è tra i favoriti per la gara di Pechino. A Dubai ha provato a ritoccare il record mondiale – che gli appartiene con 2h04’26”. Per “incentivare” il campione, lo sceicco Al-Maktoum aveva messo in palio un milione di dollari qualora fosse stata centrata l’impresa.

L’etiope si è preparato come sempre con scrupolo all’avvenimento, ma la maratona rimane sempre un’incognita dove le previsioni della vigilia vengono spesso disattese. Soprattutto, quando ti trovi a correre in solitudine e devi sfidare i tuoi limiti. Così, per appena 27 secondi, Gebrsellasie si è visto sfumare sotto gli occhi il cospicuo assegno. Ha concluso la sua fatica in 2h04’53”: una prestazione comunque sensazionale considerando le condizioni climatiche non ideali.

[oblo_image id=”2″] Ma non ha perso il solito contagioso sorriso di chi sa che l’atletica gli ha regalato una nuova vita portandolo via dalla povertà e consentendogli di fare ciò che ha sempre amato. Gebre ricorda sempre che corre perché è ciò che al mondo lo fa sentire meglio, senza pensare se si trova sugli altipiani dove è nato, su una pista o su una strada qualsiasi. E poi non è detto che l’appuntamento con il record sia saltato, forse è solo rimandato. Magari con un premio in denaro minore, ma vuoi mettere la soddisfazione di salire sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi? Il nostro Stefano Baldini, campione uscente, è avvisato. Il loro si annuncia come uno dei duelli più entusiasmanti dei Giochi di Pechino. Proprio loro due sono l’immagine di ciò che dovrebbe essere l’atletica: passione, spirito di sacrificio, lealtà nell’accettare sconfitte o colpi di sfortuna. Le loro imprese sono un calcio al doping, alle squalifiche e alle polemiche che hanno corroso negli ultimi anni lo sport più antico ed universale.

Advertisement