E’ morto Manlio Sgalambro a 89 anni , intellettuale e filosofo straordinariamente eclettico, noto per la frutturosa collaborazione con Franco Battiato. Colto, coltissimo, pur non avendo lauree, è stata una figura eminente nel pensiero filosofico del Novecento riscuotendo credito anche al di fuori dall’Italia. Pervaso dal pensiero nichilista riconducibile a Friedrich Nietzsche , ha sviluppato idee del tutto originale. Ha guadagnato grazie a un agrumeto prima, stilando tesi di lauree e facendo supplenze più avanti:ha aspettato 55 anni per dare alla luce il primo libro La morte del sole , edito da Adelphi. Conosce casualmente Franco Battiato nel 1993 in occasione della presentazione di un libro e inizia un connubio artistico proficuo. Battiato adora la vivacità mentale di Sgalambro e attinge dal suo “intellettuale di fiducia” instaurando una collaborazione che si dipana nel testo degli album, nei libretti, nelle produzioni cinematografiche. Ha scritto anche libri e canzoni per bambini come Madama Dore e Fra Martino Campanaro : non si è mai posto il problema di tenere un livello, perchè riteneva che non ci fossere registri da tenere, ma cose da fare per bene. Non si è mai preoccupato di perdere tempo con testi molto lontani dalla sua produzione filosofica, probabilmente perchè non ha mai pensato che fosse tempo perso. Canzoni d’autore ma senza disprezzare squarci di modernità ; dotto senza farlo pesare. Se ne è andato a 89 anni serenamente, rimanendo fervido nella sua attività quasi sino all’ultimo. Il classico caso di chi faceva le cose per bene senza prendersi troppo sul serio e che sapeva esorcizzare la morte con i suoi aforismo diluendo l’angoscia con gocce di sapienza. Questa una delle sue frasi contenuta ne Il cavaliere dell’intelletto: ” l nascere e il morire sono i due momenti unicamente reali. Il resto è sogno, interrotto da qualche insignificante sprazzo di veglia “.
