Mondiali , David Luiz
Mondiali , David Luiz

Lista semi-seria dei 10 motivi per cui il Brasile ha raccolto la peggior figuraccia della propria storia nell’occasione più importante trasformando il sogno dei mondiali in un incubo infinito

1. Psicosi sportiva: Quando una nazione che per estensione e abitanti vale un continente, ti chiede e pretende di vincere i Mondiali, il rischio di non reggere la pressione è altissima. Una volta che questa eventualità si è palesata al primo gol della Germania, il Brasile si è liquefatto. Cinque gol in diciotto minuti li subisce la rappresentativa dei boscaioli nella prima amichevole estiva. A certi livelli, solo un blackout mentale può spiegare un disastro simile.

2. Limiti tecnici: Il Brasile si è storicamente basato sul quadrato magico, quattro giocatori eccezionali capaci di terrorizzare l’avversario. Negli ultimi mondiali vinti dai verdeoro c’erano al pieno della forma Ronaldo-Rivaldo-Ronaldinho con un emergente Kaka. In questa rassegna iridata, è capitato di vedere elementi che se il Brasile fosse il solito Brasile sarebbero importanti quanto gli oriundi Paletta e Thiago Motta nella nazionale italiana. Scolari ha fatto bene a sottolineare in ogni intervista che Fred era l’attaccante titolare altrimenti nessuno ci avrebbe creduto, Hulk di incredibile ha soltanto la capacità di far credere sempre sul punto di spaccare il mondo per poi spaccare puntualmente qualcos’altro di meno nobile. Vogliamo dire che la Selecao ha avuto una generazione scarsa? Diciamolo pure

3. Infortuni e squalifiche: Brutto segno se il tuo unico fuoriclasse offensivo si rompe una vertebra all’ultimo minuto della partita precedente. Se anche l’unico difensore di livello – ma anche l’unico difensore effettivo dato che Maicon, Dani Alves e David Luiz più prendevano gol e più continuavano a spingere – allora è notte fonda.

4. Scolari: Un allenatore che ha già vinto i mondiali, che ha un’esperienza infinita e che conosce come nessun altro la sua terra, può sbagliare tutto ma proprio tutto? La risposta è un sonoro sì. Allucinante non capire che una difesa così allegra avrebbe lasciato il fianco – ma anche tutto il resto – alla Germania, diabolico non aver corretto nulla riuscendo nell’impresa di incassare quattro gol in un quarto d’ora pressochè uguali con i giocatori tedeschi pronti a banchettare in area carioca con fraseggi palla a terra. Stendiamo un impietoso velo su convocazioni ed esclusi.

5. Cannibalismo crucco: Un’altra squadra archiviato il successo, si sarebbe preoccupata di risparmiare energie per la finale evitando di rischiare magari un intervento di frustrazione da parte di un avversario. Ma la Germania non fa di conto e ha infierito su ciò che restava del Brasile sapendo che un 7-1 resterà nella storia dei Mondiali ad imperitura gloria.

6. Anomalie carioca: Luis Gustavo ha anagraficamente 26 anni, dal punto di vista somatico ne mostra 40. Niente di grave se non fosse che nella corsa appare un cinquantenne. Una lentezza sbalorditiva capace di mandare in tilt la moviola e anche i compagni. La faccia è da bandito, in coppia con Dante sembravano perfetti per un gruppo reggie buono per i peggiori bar di Caracas

7. Gufate epocali: Da chi vedeva un segno dall’alto nella traversa su cui si è stampato il pallone di Pinilla consentendo al Brasile di superare gli ottavi all’ineffabile commento di Fabio Caressa alla rete del 2-0 di Klose: “Sembra una partita chiusa, ma io di partite che sembravano chiuse dopo venti minuti e che poi cambiavano volto, ne ho viste tante”. Lasciando in pace il bravo Caressa e tutti gli aruspici, l’unica certezza è che questo Brasile fosse sprovveduto per vincere i mondiali. Fortuna e arbitro ti possono salvare una partita, mica sempre

8. Mancanza di umiltà: D’accordo tutto, ma non si può condividere il pensiero di Julio Cesar: “E’ impossibile spiegare ciò che è inspiegabile”. Un 1-7 non è un mistero della scienza o della fede: semplicemente una squadra sopravvalutata ha affrontato una rivale più forte senza quel briciolo di umiltà necessario per arginarne la forza d’urto e per limitare i danni una volta che era chiaro che le possibilità di arrivare in finale erano nulle.

9. Perché almeno nessuno in Brasile penserà più che non ci possa essere niente di peggio di perdere la finale dei mondiali in casa contro l’Uruguay come è avvenuto nel 1950. Si può toccare il fondo e invece di risalire, raschiare per bene…

10. Perché almeno ora potremo dire che è stata una furbata farci eliminare al primo turno piuttosto che andare avanti e rischiare di incassare una goleada del genere. Attenzione però che se questa linea prevale a qualcuno può venire il dubbio che sia un affare non superare le prossime qualificazioni per non andare a perdere tempo agli Europei del 2016

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