[oblo_image id=”1″] Non era facile risollevarsi dopo la disfatta di Twickenham. L’Italrugby ci è riuscita con una prestazione d’orgoglio che ha infiammato lo stadio Flaminio facendo addirittura pregustare ai 32.000 spettatori la grande impresa per oltre un tempo. Il punteggio finale ci condanna con un severo 38-9 evidenziando la superiorità fisica dell’Irlanda, candidata sempre più autorevole alla conquista del 6 Nazioni. Ma lo spirito degli azzurri va sottolineato: la squadra è apparsa rigenerata sul piano mentale rispetto all’opaca versione dell’esordio con l’Inghilterra e più equilibrata tatticamente con il rientro di Griffin. Pronti, via e Masi si fa ammonire per un placcaggio devastante sul povero Kearny. E’ un segnale: l’Italia c’è ed è pronta alla battaglia. I calci piazzati di McLean ci regalano il vantaggio provvisorio per 9-7. L’Irlanda soffre, sembra quasi impreparata alla lotta senza quartiere proposta dai padroni di casa. Sarebbe il momento di cercare l’allungo ma ci manca il killer istinct. Qualche imprecisione nei passaggi impedisce agli uomini di Mallett prendere il largo. Sarebbe importante almeno arrivare avanti all’intervallo ma le energie degli azzurri cominciano a latitare. E proprio al 40′ arriva la beffa firmata da Fitzgerald che vale il 9-14. La pausa è definitiva per gli azzurri. La voglia c’è, le gambe non rispondono e nel secondo tempo gli Shamrocks affondano. Se fosse una partita di calcio assisteremo ad uno stucchevole possesso di palla. Nel rugby bisogna spingere anche quando il risultato è ormai in cassaforte. Arrivano così due mete allo scadere che ci inchiodano sull’impietoso e bugiardo 9-38 finale. Ora però è già tempo di pensare alla prossima sfida, la più indicata per evitare l’umiliazione del cucchiaio di legno. Contro la Scozia, l’Italia parte alla pari: per espugnare Edimburgo ci vorrà lo stesso spirito esibito nel primo tempo del Flaminio. Perchè i complimenti fanno sempre piacere, ma niente può aiutare l’ambiente come una vittoria.

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