Legge 564 : l’inchiesta de Le Iene
Nella puntata di mercoledì 1 Ottobre de Le Iene Show,Nadia Toffa continua la sua inchiesta sulla legge 564 che consente di ottenere una pensione integrativa anche con un solo mese di contributi per alcune categorie di sindacalisti. Ovviamente le polemiche si riferiscono alla legittimità , o quanto meno sulla convenienza , di una norma che di fatto garantisce una doppia retribuzione ad alcuni mentre altri vedono la pensione come un miraggio. Si parla di diritto acquisito, ma come sempre bisogna domandarsi se questo valga allorché vada a discapito della collettività. Con il solito rigore, Nadia Toffa si limita a fare ciò che dovrebbe fare sempre un giornalista: chiedere per capire, dare la parola ai diretti interessati sperando che forniscano una spiegazione, una motivazione, un qualcosa che dipani i dubbi su ciò che appare come un cortocircuito ancor più inammissibile in tempi di crisi. Samuel Butler più di cent’anni fa profetizzava: “non sempre il silenzio significa tatto : il tatto è d’oro, non il silenzio”. E così l’inviata de Le Iene prova a intervistare Tiziano Treu , responsabile della legge 564 che con visibile imbarazzo ha preferito glissare la domanda, chiedere un rinvio (ma perchè? non è informato sulla sua stessa legge?). Se è eccessivo dire che ha cercato la fuga, possiamo quanto meno concludere che ha accettato di eclissarsi pur di non raccontare ciò che non è chiaro. O che è fin troppo chiaro a voler pensare male.
La legge 564 e questo aspetto in particolare, continuano a suscitare polemiche perché la volontà di tutelare i lavoratori non appare accompagnata dai principi di equità e trasparenza che sono imprescindibili nell’affrontare un tema così delicato. Viene da chiedersi anche come mai una domanda così spontanea sia stata posta da un programma satirico nel silenzio colpevole delle testate giornalistiche tradizionali. L’inchiesta parte dal presupposto di porre quesiti scomodo per informare su argomenti di pubblico interesse ed è difficile credere che non siano considerati tali i criteri considerati dal nostro sistema previdenziale
