Nell’Nba capita spesso. Danno dei soprannomi leggermente impegnativi: Magic Johnson, Air Jordan, Akeem The Dream Olajuwon, The Choosen one James (il Prescelto) solo per citarne alcuni. Nel calcio, si fanno paragoni che spesso finiscono col fare male agli interessati: prima di Messi, dozzine di promettenti argentini sono stati bollati come novelli Maradona sfiorando la blasfemia per quanto visto poi in campo, mentre la Francia sta ancora aspettando il nuovo Zidane (con la beffa che il figlio di Zizou porta sulla maglia il nome Fernandez ed è spagnolo..). C’è però un ragazzo tedesco su cui si può scommettere senza timore: raccoglie l’eredità dei grandi numeri dieci del passato avendo le spalle abbastanza larghe per indossare la casacca riservata alla nobiltà pallonara. Julian Draxler è l’orgoglio di una città – Gelsenkirchen – e di una squadra : lo Schalke 04. E’ nato lì, è cresciuto in quel club, ha firmato un contratto fino al 2018 ed è per tutti semplicemente Julian: il campione che ti fa vincere ma che vedi come un amico di famiglia. Calcisticamente è una fusion perfetta tra il classico fantasista che sta dietro le punte e il centrocampista moderno: alto ma veloce, potente ma tecnico, estroso ma pronto a sacrificarsi per la squadra. L’Arsenal ha messo sul tavolo 35 milioni: Wenger impazzisce per lui sapendo che sarebbe perfetto per il gioco dei gunners. Respinto con perdite: a quella cifra neppure si tratta. E non è un eccesso di fiducia. Draxler è destinato a veder lievitare il valore del cartellino e c’è qualcosa di morboso con Gelsenkirchen: perderlo significherebbe solcare una cicatrice profonda nel cuore di una piazza che vive per la propria squadra di calcio. Per i bookmakers vincerà almeno un Pallone d’Oro nei prossimi dieci anni. E difficilmente i bookmakers sbagliano. Intanto, seguitelo anche ai mondiali: le fortune della nazionale tedesca passano anche dai suoi piedi.
Julian Draxler , il numero dieci dei sogni del futuro
