Vincono. Tanto e soprattutto quando conta veramente. Armin Zoeggeler e Bode Miller sono due giganti della neve, assi indiscussi eppure diametralmente opposti. Il weekend li ha nuovamente incoronati suggerendo un raffronto tra due mondi diversi di vivere lo sport e non solo.
[oblo_image id=”1″] Il campione azzurro di slittino ha conquistato la medaglia d’oro ai Campionati Europei. Sulla pista di Cesana ha dominato entrambe le manche relegando alle piazze d’onore il temibile russo Demstschenko e il tedesco Moeller. Fuori dalla pista, Zoeggeler è sempre riservato, quasi schivo. Nessuna bizza, mai una pretesa da star. Il massimo che ti concede è un bel sorriso al termine della gara, ma strappargli una parola è missione delicata. Preferisce che a parlare siano i risultati e nel suo caso i numeri si commentano da soli. Due ori olimpici, cinque titoli mondiali, sei coppe di specialità e due titoli europei. E il carabiniere altoatesino ha ancora parecchie frecce al suo arco.
[oblo_image id=”2″] Discrezione, basso profilo e piedi sempre ben piantati a terra. Esattamente il contrario di Miller. Il classico esempio di fuoriclasse tutto genio e sregolatezza. Il campione americano sulla pista di Wengen ha dipinto l’ennesimo capolavoro surclassando gli avversari con una discesa da cineteca bissando il successo ottenuto un anno prima sullo stesso tracciato. Per un bizzarro gioco della cabala, al secondo posto si è classificato esattamente come dodici mesi fa lo svizzero Didier Cuche con il medesimo distacco di 65 centesimi. Miller è un personaggio istrionico. Il suo stile di vita prevede il famoso sistema delle “regole zero”: si sposta per il circo bianco sul suo camper attrezzato di ogni comfort. Ricerca gli eccessi e non fa nulla per nasconderlo. Anzi, ha dichiarato che la sua benzina è la birra e di essersi presentato alticcio ai cancelletti di partenza in più di un’occasione. Quando però, è in giornata regala emozioni uniche ed anche per questo il mondo dello sci non può permettersi di perdere un personaggio del genere.
Il nostro campione tutto d’un pezzo e lo yankee refrattario ad ogni norma: due filosofie di vita così lontane da confermare come il genio sportivo possa presentarsi sotto forme inaspettatamente diverse.