[oblo_image id=”1″] Bisogna lasciare al momento giusto. Andarsene quando la fiamma si è appena illanguindita, non spenta. Abbandonare tra gli applausi di un pubblico che spera in un ripensamento piuttosto che aspettare il declino finendo la carriera in qualche palcoscenico di basso lignaggio. Se hai recitato da protagonista, non puoi accettare di fare la comparsa. Lo sanno bene Michael Schumacher e Pete Sampras che hanno preferito uscire di scena senza scalfire l’immagine di vincenti. Ma il gusto per la competizione non si cancella con la stessa facilità. Così i fuoriclasse della racchetta e del volante si divertono ogni tanto a dare saggi del loro infinito talento. Niente di ufficiale, nessun ritorno al puro agonismo. Qualche match d’esibizione o sfide per beneficenza. Rigorosamente contro avversari ancora nel pieno dell’attività e che come tali possono – o potrebbero, il condizionale è d’obbligo – contare su una migliore condizione fisica e su allenamenti più regolari. Invece, a distanza di poche ore assistiamo alle performance di questi campioni senza tempo. Pete Sampras si è preso il lusso di superare Radek Stepanek, attuale numero 26 al mondo, in un match sui tre set a Praga. Un risultato solo parzialmente a sorpresa dato che il sette volte vincitore di Wimbledon di recente si è tolto il lusso di battere Roger Federer.

[oblo_image id=”2″] Michael Schumacher si è invece cimentato in una gara di kart sul circuito di Florianopolis in Brasile. Il sette volte campione del mondo si è trovato a duellare con i suoi “ultimi” compagni di squadra: Rubens Barrichello e Felipe Massa. Non c’è bisogno di dire che l’asso tedesco ha lottato sino all’ultima curva con i suoi presunti eredi senza risparmiare dopo il traguardo una polemica in vecchio stile. Quando qualcuno gli ha riferito che Barrichello si era lamentato per un tentativo di sorpasso troppo azzardato, Schumi ha replicato: “Rubens fa sempre così. Ha qualcosa da ridire in ogni occasione..”. Ma di campioni capaci di stupire dopo il ritiro ufficiale è piena la storia della sport. Una leggenda dello sci come Zeno Colò stupì tutti ai mondiali del 1954. Ormai lontano dal professionismo, chiese ed ottenne di fare l’apripista. Un cronometrista spinto dalla curiosità si segnò il suo tempo. Quella discesa non gli valse la medaglia d’oro ma nessun atleta riuscì ad avvicinarlo.

Il tempo ha le sue leggi. Ma la classe non ha data di scadenza.

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