[oblo_image id=”1″] Flavio Briatore sta perfezionando gli ultimi dettagli del ricorso che presenterà al Gran Tribunal de Istance di Parigi il prossimo 24 Novembre chiedendo l’annullamento della sentenza che lo ha di fatto estromesso dal mondo della Formula 1. L’ex team manager della Renault è stato radiato dalla Fia in quanto ritenuto il principale responsabile della crush story: il presunto “finto” incidente di Piquet Jr nel Gran Premio di Singapore del 2008. L’appello vedrà protagonista anche Pat Symonds, direttore esecutivo della scuderia, convinto di poter annullare la sospensione a 5 anni decretata in prima istanza. Briatore non esita a definire la sentenza strumentale ad un progetto più ampio teso ad allontanarlo per sempre dai puddock. La mente occulta sarebbe da identificare con Max Mosley che avrebbe architettato lo scandalo spinto da antichi rancori con il manager piemontese. E rileggendo l’intera vicenda, non si può negare che rimangano molte zone d’ombra. Come mai la Renault e il pilota – reo di aver coscientemente inscenato un incidente pericoloso ancor prima che fraudolento – se la sono cavata con un semplice richiamo? Per quale ragione non sono stati presi provvedimenti per ridisegnare la classifica di quella gara? E come mai dopo aver sonnecchiato per quasi un anno, la Federazione ha voluto chiudere il processo con tanto fretta? Obiezioni che attendono una risposta. Sperando che l’appello serva quantomeno per fare chiarezza e per ridare un minimo di credibilità di uno sport, così martoriato dagli scandali fuori pista da far apparire superfluo ciò che avviene quando si accendono i motori.

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