Cinquant’anni dopo quella notte di sangue all’Idroscalo di Ostia, tra il 1 e il 2 novembre 1975, l’omicidio di Pier Paolo Pasolini continua a interrogare l’Italia. Un enigma mai davvero risolto, una ferita ancora aperta nella coscienza civile del Paese. Ora, un nuovo libro promette di gettare luce su uno dei misteri più oscuri della nostra storia recente. Si intitola “Pasolini: Ordine eseguito” ed è il nuovo lavoro della giornalista d’inchiesta Simona Zecchi, in libreria dal 3 ottobre per la casa editrice Ponte alle Grazie. Un’indagine meticolosa e appassionata, che smonta pezzo dopo pezzo la versione ufficiale dei fatti e porta alla luce documenti e testimonianze inedite. Con 336 pagine dense di nomi, date, contesti e collegamenti, Zecchi non si limita a raccontare un delitto: racconta un sistema.
Non è la prima volta che l’autrice affronta il “caso Pasolini”: già nel 2015 aveva firmato “Pasolini. Massacro di un poeta”, opera tradotta anche all’estero. Ma questa volta il lavoro è ancora più ambizioso. “Se la verità giudiziaria è morta – scrive Zecchi -non sono certo morte la ricerca di giustizia e la verità storica”.
Il libro ricostruisce il contesto politico e criminale in cui maturò l’omicidio, spingendosi ben oltre la figura del “capro espiatorio” Pino Pelosi. Tra le pagine si intrecciano infiltrazioni neofasciste, apparati deviati dello Stato, silenzi omertosi e una rete di interessi che avrebbe operato per silenziare per sempre la voce scomoda di Pasolini. “Un delitto per mettere fine a un pensiero, a una denuncia, a un’intelligenza che faceva paura”, sostiene l’autrice.
Zecchi analizza ogni dettaglio di quella notte del 2 novembre 1975: dai referti medici contraddittori alle testimonianze ignorate, dai depistaggi agli elementi finora trascurati. Il quadro che ne emerge è quello di un delitto politico, orchestrato e coperto con cura. “Ordine eseguito”, appunto. Nel libro, trovano spazio anche nuove rivelazioni e documenti finora inediti, frutto di anni di lavoro, di archivio e sul campo. Un lavoro che non ha mancato di attirare l’attenzione anche in ambito investigativo.
Con uno stile asciutto ma coinvolgente, Simona Zecchi accompagna il lettore in un viaggio che è tanto letterario quanto civile. E in un Paese dove la memoria spesso vacilla, il suo libro rappresenta un atto di resistenza, oltre che di coraggio.
Simona Zecchi, già vincitrice del Premio Marco Nozza per il giornalismo d’inchiesta e del Premio Javier Valdez, ha firmato anche “La criminalità servente nel caso Moro” e “L’inchiesta spezzata di Pier Paolo Pasolini”. Ha collaborato con numerose testate italiane e internazionali, tra cui Report, Il Fatto Quotidiano, L’Espresso, Euronews, ed è recentemente autrice del podcast Il banchiere di Dio.