MOTORE, CIAK, AZIONE, STOP!  Se siete mai capitati su un set cinematografico, avrete sentito sicuramente queste quattro parole. L’ultima viene urlata dal regista. Le prime tre, solitamente, le pronuncia un’altra voce: quella dell’aiuto regista. Non esiste un Oscar o un David per premiare questa professionalità che, sovente, compare già nei titoli di testa. Eppure, nessun regista e nessun organizzatore generale ne farebbe mai a meno.

Nel mondo anglosassone è una figura di produzione, logistica, organizzativa, in quello italiano spesso è percepito dai non addetti ai lavori come un vice-regista ma il suo ruolo è molto meno artistico di quello che si possa pensare. Tuttavia, è capace di influenzare o condizionare molte delle scelte di un regista o della produzione.

Alla parola STOP, urlata a fine riprese, l’applauso della troupe e il brindisi con le bollicine, solitamente, si compie e si conclude il suo lavoro. Il suo compito è terminato. Difficile dire quando sia cominciato. A volte inizia con l’inizio della preparazione, altre con le riprese, altre ancora già durante la scrittura della sceneggiatura, le fondamenta di un film (e lo sono davvero!): non solo dal punto di vista della trama, del senso ma anche dal punto di vista tecnico, spesso troppo sottovalutato, soprattutto nel nostro cinema. Bisogna sapersi adattare e interpretare le aspettative dei vari soggetti coinvolti nel progetto e nella realizzazione.

L’aiuto regista è anche uno storyteller. Se al regista spetta il compito di raccontare una storia attraverso le immagini di un film, l’aiuto regista deve saper raccontare il “come” verrà raccontata quella storia. E lo racconterà molte volte, in modi totalmente diversi, ai vari reparti e alla produzione. Ogni volta cambiando il punto di vista o, se preferite, il narratore. Per fare questo deve conoscere molto bene cosa il regista vuole raccontare e cosa vuole vedere. 

Per permettere a tutti di scoprire questo mondo magico Francesco Perri, pinerolese già animatore radiofonico diventato aiuto regista “quasi per caso”, propone, in collaborazione con la scuola Holden di Torino, il corso ideale per chi vuole diventare un aiuto regista o per i registi, gli sceneggiatori, i curiosi che vogliono scoprire come utilizzare al meglio questa risorsa sul set e scoprire i segreti del mestiere meno conosciuto e più versatile del cinema.

L’obiettivo è quello di arrivare a capire come si “spoglia” una sceneggiatura e l’importanza delle regole e dei codici di scrittura. I partecipanti al corso impareranno a trovare le informazioni nascoste nel testo per compilare la scheda tecnica di una scena. Arriveranno a costruire un piano di lavorazione (PDL) e a formulare un ordine del giorno (ODG), i due strumenti principali di lavoro sul set, parole scritte che pesano come macigni. Testi che ricordano più una lasagna destrutturata che un salmone in bella vista. Capiranno come raccontarli in modo diverso alle differenti professionalità: alcuni chiederanno numeri, altri sigle, altri, ancora, sinossi. L’importante è saper usare la lingua giusta con tutti e fare di ogni problema un’opportunità, di ogni vincolo una soluzione. Sapranno riconoscere il ruolo di chi lavora a fianco a loro per utilizzarlo a pieno. 

Le lezioni mescoleranno differenti media e la classe sarà suddivisa in piccoli gruppi di lavoro per immergersi in un role game per ricostruire l’atmosfera e le condizioni di lavoro di una preparazione alle riprese di un film. Sono previsti, quando possibile, dei sopralluoghi per poter capire come gestirli.

Francesco, quali sono gli argomenti del corso? “Sono molti.  Cominciamo dalla fine: i titoli di coda. Raccontano molto di un film, della squadra che lo ha realizzato. Ma quando gioco in una squadra come quella, a chi passo la palla? Ogni squadra ha i suoi capo cannonieri e i suoi difensori. Vedremo quali sono i rapporti tra i diversi elementi. L’aiuto regista, alla fine, è un po’ come il coach.
Scopriremo poi cosa si nasconde dietro alla preparazione alle riprese di un film o di una serie, una indagine per scoprire il Mr. Hide che si nasconde dietro ogni Dr Jekyll che è l’immagine che ci capita di vedere al cinema o in tv. Vedremo una sequenza di una serie televisiva e la confronteremo con la sceneggiatura di partenza. Individueremo le macro problematiche di pianificazione e messa in scena e vedremo, anche qui, il ruolo dell’aiuto regista.

Quindi un viaggio affascinante nella costruzione di un prodotto cinematografico o televisivo… “Non solo! E’ anche un’esplorazione fatta tra le pieghe, a volte ingannevoli, di un testo fondamentale per chiunque voglia realizzare un film: la sceneggiatura. Vivremo lo “spoglio” di una scena: ogni parola svela parti differenti della stessa storia ai diversi reparti. Compileremo la scheda tecnica di una scena: la sinossi, i fabbisogni, le note e capiremo dove cercare le informazioni evitando le trappole fino a “Quella sporca ultima scena” (parafrasando il titolo di un film), cioè fino alla meta finale che è la conoscenza approfondita del testo che vogliamo trasformare in immagine. E poi ci trasformeremo nei rapinatori professionisti che, come in “The Italian Job” progettano un piano di lavorazione, come si progetta il colpo del secolo, a partire dalla sceneggiatura di un cortometraggio o di una sequenza di un film . Impareremo a valutare il peso di una scena all’interno di un piano di lavorazione e a considerare tutti i possibili imprevisti e le “exit strategies”. Con un piccolo gioco di ruolo, si partirà dalle indicazioni di regia e se ne valuteranno le implicazioni produttive. Insieme, si cercherà di arrivare alla formulazione di un piccolo PDL che tenga conto di alcuni aspetti logistici, ambientando magari le riprese in periodi particolari dell’anno, nei quali le condizioni di luce naturale o climatiche sono estreme”.

Ma qual è la vera differenza tra un regista ed un aiuto regista? “Il punto di svolta di solito sono i sopralluoghi. Come nel film “Lost in la Mancha”, il regista vede la scena, l’aiuto regista un incastro impossibile di presenze, condizioni di luce, tempi di lavorazione. E’ lì che bisogna concordare delle soluzioni che mettano d’accordo Regista, direttore della fotografia, scenografo, location manager e direttore di produzione! In pratica è colui che cerca una strategia per arrivare ad un compromesso che soddisfi tutti! Per questo insegnerò anche operazioni quasi burocratiche, come l’organizzare una giornata di lavoro per redigere l’ordine del giorno, il documento legale che quotidianamente viene firmato sul set dall’aiuto regista e dal direttore di produzione, parafrasando un altro celebre film: “The nightmare before shooting”. Può essere considerato uno spartito musicale ma, affinché il risultato sia armonioso, bisogna aver accordato gli strumenti uno ad uno e conoscere, di ciascuno, carattere, pregi e limiti.

Un bel lavoro, il corso intendo… “Si… anche perché non ci fermeremo a questo ma analizzeremo stralci di sceneggiature cartacee o digitali e scene filmate corrispondenti, usando il software dedicato alla pianificazione delle riprese (Movie Magic Scheduling), scene di film o serie televisive che evidenziano alcuni aspetti del mestiere dell’aiuto regista, shooting list digitali e storyboard, foto dal set, lavagna o simili per fissare i punti del discorso e schematizzare il lavoro e ancora tanto altro… Sarà divertente e affascinante, proprio come il lavoro che ho la fortuna di vivere ogni giorno”.


Quando: 16 e 17 marzo e 6 e 7 aprile
Dove: Scuola Holden, Piazza Borgo Dora, 49 – Torino
Orario: sabato dalle 14.00 alle 18.00; domenica dalle 9.30 alle 13.30
Costo: 275,00 €
Numero massimo partecipanti: 20 iscritti
Termine ultimo iscrizioni: 27 febbraio
Info & Iscrizione: Scuola Holden – L’aiuto regia


Francesco Perri – Biografia

Francesco Perri, pinerolese, già animatore radiofonico per Radio 101 e Radionorditalia, è un aiuto regista su film e serie televisive. Incontra il mondo del cinema quasi per caso mentre frequenta l’ultimo anno della Facoltà di Architettura di Torino (perché saper progettare è importante) e sta seguendo il corso di Teoria e tecniche della comunicazione visiva. Abbandona la sua quadriennale carriera di speaker radiofonico e, prima in qualità di fonico, poi di video assistant e infine come assistente e aiuto regia, collabora con registi quali Gianni Amelio (Così ridevano – Leone d’oro a Venezia) e Dario Argento (Non ho sonno, il Cartaio), per approdare alla lunga serialità con Elisa di Rivombrosa, Cuore, La freccia nera, Squadra Antimafia e tante altre, senza perdere di vista il mondo dei piccoli film. Si specializza nella preparazione e pianificazione delle riprese su progetti che prevedono l’utilizzo di più troupe in contemporanea. Vive tra Roma e Torino e non si separa mai dalla sua valigia rossa.

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