Realizzare in casa un costume e interpretare un personaggio del cinema, dell’animazione, dei videogiochi o dei fumetti. Il cosplay è un hobby che riempie da anni le fiere del fumetto, ma per qualcuno può trasformarsi da passatempo creativo in un lavoro. Come sta accadendo a Federica Palmisano, in arte Domadraghi Cosplay, che alla 35sima edizione del Romics, il Festival Internazionale del Fumetto, Animazione, Cinema e Games in corso a Roma, ha tenuto un incontro proprio su questo tema. Il suo cavallo di battaglia è Astrid dal film d’animazione ‘Dragon Trainer’, ma basta scorrere i suoi profili social per vederla trasformarsi in Fiora dal videogame di ‘League of Legends’ o Fatalis di ‘Monster Hunter’.
Cosplayer e cosmaker specializzata nella realizzazione di armature, Palmisano si è avvicinata a questo mondo sin da piccolissima. “Amavo videogiochi, manga e anime quindi il passaggio è stato breve”, racconta all’Adnkronos. Ha iniziato per gioco a creare i primi costumi, poi a 20 anni si è avvicinata al mondo competitivo. “Lì ho iniziato a crescere e a imparare quanto più possibile per realizzare un cosplay”, dice. E ce n’è da apprendere: chi realizza cosplay deve essere un po’ sarto, un po’ artigiano, un po’ attore, un po’ make up artist. “Bisogna essere artisti a tutto tondo. Io realizzo da me gli abiti, il trucco, le parrucche. Per il costume di Mulan ho persino realizzato un Mushu con componenti elettronici. La competizione – spiega – riguarda la quantità di tecniche che sai utilizzare e come le riesci a utilizzare. E poi c’è la parte della sceneggiatura. Bisogna chiedersi come si può raccontare quel personaggio su un palco in due minuti a un pubblico che non lo conosce. La difficoltà della competizione è racchiudere una storia in così poco tempo e trasmettere delle emozioni”.
Nel 2023 il salto. Federica Palmisano ha rappresentato l’Italia ai Campionati Europei di Cosplay di Parigi e ha conquistato il titolo di Grand Champion, riportando in Italia, dopo 10 anni, il trofeo del primo classificato nella categoria ‘Solo’. A quel punto arriva a chiedersi: “Se sono arrivata fino a questo punto il cosplay può diventare più di un hobby?”.
E così ha scritto un libro, ‘My Cosplay Lab’. “È un manuale in cui spiego da zero, anche a chi non si è mai avvicinato al cosplay, come realizzarne uno. Quando ho iniziato io non c’erano tutorial dall’inizio alla fine. Ho realizzato una guida passo passo”. Ma oltre al libro da dove arrivano i guadagni? “Dalla vendita dei pattern: chi vuole realizzare un’armatura può comprare cartamodelli e deve ‘solo’ mettersi lì a realizzarla seguendo il modello. Oppure dalle commissioni, si possono realizzare costumi interi oppure vendere solo alcuni elementi. E poi ci sono le ospitate in fiera, le collaborazioni con le aziende o per degli eventi”.
Merito di un fenomeno sempre più grande. “Le fiere sono aumentate, ora tutti i giovani conoscono le parole ‘cosplay’, ‘anime’ e ‘manga’, la cultura pop ha subito un exploit enorme”, spiega Domadraghi Cosplay. Se il cosplay è un hobby di nicchia, quella nicchia è sempre si sta allargando sempre più. (di Corinna Spirito)