Una lingua che usa i clic come consonanti, un’altra che non conosce il passato, e poi vocali lunghe, accenti che cambiano tutto, parole intraducibili e parolacce rivelatrici. “Il giro del mondo in 80 lingue”, il nuovo libro della divulgatrice Veronica Repetti (Ponte alle Grazie), è una celebrazione della diversità linguistica come specchio della complessità umana.
Conosciuta sui social come @linguisticattiva, Repetti ha trasformato la sua passione per la linguistica in un lavoro di divulgazione originale e accessibile, capace di mescolare rigore scientifico e ironia intelligente. Laureata in Scienze Linguistiche e oggi dottoranda in Psicologia e Scienze Cognitive presso l’Università di Genova, affianca la ricerca accademica a un’intensa attività di comunicazione, dimostrando come la linguistica possa parlare davvero a tutti.
Nel suo nuovo saggio, Repetti accompagna il lettore attraverso le caratteristiche sorprendenti di circa cento lingue del mondo: dai dialetti italiani (o meglio, lingue italiane) alle lingue indigene dell’Amazzonia, passando per l’intricato sistema dei toni in Asia e i gesti che, in certe culture, contano quanto le parole. Un viaggio che è allo stesso tempo scientifico e culturale, intellettuale ed emozionale.
“Le lingue non sono solo strumenti per comunicare – scrive Repetti – ma mappe di come pensiamo, viviamo, ci capiamo (o non ci capiamo)”. Ed è proprio questa prospettiva che rende il libro affascinante anche per chi non ha mai studiato linguistica: ogni idioma racconta una storia, ogni regola grammaticale riflette una visione del mondo, ogni parola è un piccolo universo.
Il testo è punteggiato da curiosità, aneddoti, studi scientifici e riflessioni che rendono la lettura leggera ma mai superficiale. Si scopre, per esempio, che in alcune lingue basta un accento per cambiare completamente significato a una frase, che certe emozioni non si possono tradurre con una sola parola, o che l’insulto dice molto più della civiltà di chi lo usa.
“Il giro del mondo in 80 lingue” è un invito ad ascoltare con più attenzione ciò che diciamo e come lo diciamo, a cogliere la magia sottile del linguaggio e a lasciarsi stupire dalla sua infinita capacità di adattamento e trasformazione. Perché, come sottolinea l’autrice, “le parole evolvono in continuazione, scavalcano frontiere, si perdono, si ritrovano, si inventano ogni volta daccapo”. Un libro consigliato non solo agli appassionati di linguistica, ma a chiunque ami viaggiare – fisicamente o con la mente – e voglia esplorare la più straordinaria invenzione dell’essere umano: la lingua. (di Paolo Martini)