“Nella cappella di Saint-Hubert del castello di Amboise non sono sepolti i resti mortali di Leonardo da Vinci”. Ne è convinto lo storico, ricercatore e scrittore Silvano Vinceti che, in qualità di presidente del Centro Studi Leonardeschi e del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, presenterà una richiesta al Ministero per la Cultura francese: attivare un’indagine scientifica per confrontare il Dna dei resti mortali presente nella cappella di Saint-Hubert con quello dei discendenti riconducibili al padre di Leonardo. “Solo in questo modo – dichiara all’Adnkronos Silvano Vinceti – si potrà sapere la verità, se quei resti ad Amboise sono o non sono di Leonardo da Vinci. Credo che sia un atto dovuto di amore e rispetto per il grande genio universale e per le migliaia di turisti che vanno ad onorare quelle spoglie”.
Questa richiesta di comparazione potrebbe essere fatta, secondo Vinceti, al termine della ricerca attualmente in atto sulle sepolture della famiglia Da Vinci nella Chiesa di Santa Croce a Vinci (Firenze), dopo i risultati delle ricerche genealogiche condotte dal leonardista Alessandro Vezzosi e dalla storica Agnese Sabato. Intanto, ribadisce Vinceti: “I risultati della nostra ricerca storica hanno maturato in me la fondata convinzione che nella cappella di Saint-Hubert molto probabilmente non si trovano i resti mortali di Leonardo da Vinci”.
Pur essendo morto il 2 maggio 1519 (o il 5 maggio) nella cittadina francese di Amboise, nella Valle della Loira, l’atto che attesta l’inumazione di Leonardo porta la data del 12 agosto: secondo Vinceti, ciò porterebbe ad ipotizzare una iniziale sepoltura provvisoria della salma del grande artista-scienziato, a cui sarebbe seguita, oltre tre mesi dopo, l’inumazione definitiva nella cappella di Saint Florentin ad Amboise. Edificio che qualche anno dopo venne distrutto; le tombe in esso presente furono aperte e violate diverse volte durante le lotte fra Cattolici e Ugonotti.
Siilvano Vinceti ha ricostruito tutte le fasi della vicenda in una relazione che verrà inviata al governo francese. Il 15 marzo 1560 s’ebbe una rivolta ad Amboise guidata dalla nobiltà calvinista francese per liberare il re Francesco II dall’influenza dei Guisa, e finì in una carneficina. I calvinisti s’opponevano al culto dei defunti e, sfortunatamente, molte tombe furono distrutte in quella zona, e molte chiese cattoliche furono rase al suolo. Nel settecento, Venanzio de Pagave (1721-1803) consigliere del governo austriaco di Lombardia e grande collezionista d’arte, andò ad Amboise alla ricerca della tomba di Leonardo, ma non vi trovò nulla. Nel 1808 Napoleone inviò il senatore Roger Ducos a seguire certi lavori di restauro ad Amboise. La chiesa di Saint Florentin era in rovina e il Ducos ritenne che non valeva la pena di preservarla. Tal Jules Duchatellier, figlio di un delegato di Ducos, disse che suo padre gli raccontò che Leonardo era sepolto nella cappella. La cappella venne comunque demolita; le pietre furono vendute e il piombo dalle bare venne fuso per fare pallottole. Tutte le ossa furono buttate fuori e ammucchiate da una parte. Vi è una storia piuttosto macabra, non confermata, su dei ragazzi che giocarono a calcio con i teschi, finché un pio giardiniere di nome Goujon, angosciato dalla vista, li fece riseppellire nel cortile.
Non si sa se, fra quelle tombe distrutte e quei resti dispersi, vi erano anche quelli di Leonardo da Vinci. Dubbi in proposito riemersero nel 1863, quando il poeta francese Arsène Houssaye, ispettore delle Belle Arti sotto il II Impero, effettuò degli scavi nel luogo dove una volta sorgeva la cappella di Saint Florentin. Egli affermò di aver scoperto tra le strutture dell’edificio distrutto una tomba lapidea contenente un grande scheletro ,compreso un cranio giudicato “abbastanza grande da contenere un cervello d’eccezione” e, non lontano da questa tomba, una lastra (secondo un’altra versione un coperchio) con l’iscrizione, molto deteriorata, “”LEO DUS VINC”, che avrebbe potuto indicare Leonardus Vincius. Gustavo Uzielli, ricercatore e studioso di Leonardo che non stimava l’Houssaye, scrisse: “Le mie indagini ulteriori mi hanno confermato essere la relazione da lui pubblicata un romanzo fantastico”. Inoltre, la sua tomba si trovava nel chiostro e non nella chiesa, luogo dello scavo del Houssaye”.
Alessandro Chiappelli (1857-1931), ministro per l’educazione del regno dìItalia, provò a far cercare i resti mortali di Leonardo seguendo le vie ufficiali, ma gli fu risposto dal suo omologo francese che era impossibile, dato che non ne restava nulla. Le guerre di religione e la rivoluzione francese avevano causato la distruzione di tutte le tombe.
Per concludere, Silvano Vinceti rammenta che nel testamento Leonardo chiese d’essere sepolto nella chiesa di St Florentin ad Amboise, definendo in dettaglio come organizzare il proprio funerale: “vole che ale sue exequie siano sexanta torchie le quale saranno portate per sexanta poveri ali quali seranno dati danari per portarle a discretione del dicto Melzo le quali torzi saranno divise nelle quattro chiese sopradicte. Item el dicto Testatore dona ad ciascheduna de dicte chiesie sopradicte diece libre cera in candele grosse che seranno messe nelle dicte chiesie per servire al dì che se celebreranno dicti servitii. Item che sia dato ali poveri del ospedale del ospedale di Dio alli poveri de Sacto Lazaro de Amboysia, et per ciò fare sia dato et pagato alli Tesorieri depsa confraternita la summa et quantità de soysante dece soldi tornesi”.
“È stato fatto notare che Leonardo non toccò i dettagli di come doveva essere la bara o quel che andava scritto sulla propria tomba. Magari un segno che non gli importava più di tanto del proprio corpo, perché sapeva, lui che aveva sezionato tanti cadaveri, come la macchina corporea sia costituita e come rapidamente deperisce”, commenta Silvano Vinceti con l’Adnkronos.